Ad Asiago gli schianti di Vaia divengono il racconto della memoria
Da ottobre una mostra al Museo Le Carceri rilegge i danni della tempesta e propone un percorso di consapevolezza e speranza per il futuro, fra le installazioni e la regia di Paolo Ceola e NaturalArte.
Autore: Redazione Greencity
Asiago riparte dall’autunno e dal ricordo. Ad un anno da quel giorno di ottobre in cui la tempesta Vaia colpì il territorio causando, in poche ore, l’abbattimento di 14 milioni di alberi, il Comune di Asiago trasforma in ricordo e speranza le ferite inferte sul suolo e nell’animo della popolazione. Al Museo Le Carceri di Asiago, dal 27 ottobre al 6 gennaio 2020, si potrà visitare la mostra “Il senso di Vaia”, un percorso con installazioni artistiche provenienti dagli schianti e dai boschi travolti da Vaia. Scenografie verdi, profumi, suoni ed esperienze tattili accoglieranno il visitatore in un viaggio culturale che si fa strumento di riflessione.Le installazioni sono dell’artista scledense Paolo Ceola (www.paoloceola.com) ed è presentata in collaborazione con l’associazione NaturalArte (www.naturalarte.it) che promuove eventi e simposi internazionali di arte naturale per sensibilizzare sulle tematiche ambientali (tra cui il sentiero SelvArt a Mezzaselva di Roana). I curatori scientifici sono Gianni Rigoni Stern e Daniele Zovi. Sui diversi livelli del Museo la mostra declina la nuova visione della Vita riletta con la chiave della speranza: al piano terra, lungo il grande corridoio, 14 alberi con nodi ed intrecci ed i tronchi “schiantati” dalla furia di Vaia, si vestono di nuova vita, grazie ad un letto di sottobosco ed all’oro di una vernice che ne cura quasi le ferite e, attraverso la tillandsia che adorna i tronchi, ne eterna il simbolo di perenne ricordo dell’insoluto. Il vero senso della cultura ecologica è creare connessioni: il linguaggio dell’arte è quello che, con più naturalezza, permette di instaurare un dialogo con la natura. Il vero senso di questa iniziativa è parlare di ecologia non attraverso toni catastrofici, ma con scoperta e stupore. Sullo sfondo una scultura in pasta marmorea, ispirata alle movenze del vento, ricorda e simboleggia l’azione di Vaia a confronto con la forza che “rigenera” e riporta a nuova vita gli alberi distrutti, rinsaldando così la speranza per un futuro possibile. L’installazione prosegue con i linguaggi della multimedialità: ogni stanza propone un tema ed un linguaggio sensoriale per declinarlo. Si comincia con una installazione sonora esperienziale: in una stanza buia il suono del dolby surround avvolge il visitatore che potrà rivivere e percepire la distruzione di quelle fatidiche ore. A questo momento segue, nel percorso, un breve film che illustra la vita e il valore dei boschi di Asiago, attraverso la voce narrante di una giovane ragazza. Una serie di immagini di foto-arte racconta, poi, i boschi colpiti, fissando la prospettiva della distruzione con uno sguardo originale che riesce a cogliere inaspettate espressioni di una natura che rinasce da sé stessa.La successiva sezione espositiva propone, attraverso alcuni pannelli grafici, una lettura più scientifica, con una serie di idee e progetti per la riforestazione e il ripristino boschivo. Infine, ecco Naturalia, un libro, manoscritto da uomo e natura, che ha bisogno di due uomini per essere letto, con le sue pagine oversize tutte da sfogliare, favorendo così l’incontro fra i visitatori che si immergono in una riflessione corale sul senso e la fragilità degli ecosistemi e il valore della biodiversità.
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