Il
cambiamento climatico preoccupa i cittadini italiani. La preoccupazione è tale che molti sono disposti a cambiare le proprie abitudini di consumo e affrontare sacrifici economici, pur di salvaguardare l'ambiente. È questo il dato più significativo che emerge dalla ricerca
Dal global warming alle nuove sfide per la salute. Condotta da Episteme per conto di
AXA Italia, la ricerca ha coinvolto 2016 persone di età compresa fra 18 e 74 anni. Le interviste sono avvenute a settembre 2019. La domanda più significativa era indicare
i primi tre rischi emergenti che potrebbero avere l’impatto maggiore sulla società.
Crediti: NASA, foto di Robert SimmonAl primo posto è stato indicato il
cambiamento climatico. È al primo posto per il 63,4 percento degli intervistati, con una crescita di 16,7 punti percentuali rispetto al 2018. Il secondo posto è andato all’instabilità finanziaria, con il 38,9 percento. Terza classificata la gestione delle
risorse naturali, con il 36,1 percento dei voti.
La vera emergenza è quindi quella climatica, e di conseguenza ambientale. L’opinione pubblica concorda sul fatto che sia una priorità non procrastinabile. Secondo l’83,2 percento degli intervistati
i governi devono intervenire subito. Devono affrontare il problema con la più alta priorità rispetto a qualsiasi altra emergenza.
L'impellenza è data dall'elevato livello di informazione dichiarato al riguardo. Il 79,8 percento degli intervistati si dichiara informato e interessato a seguire gli sviluppi.
I fattori scatenanti di tanto interesse possono essere molteplici. Il movimento
Fridays For Future ha senza dubbio attirato l'attenzione. Ma non è tutto. Allagamenti, frane e crolli che accompagnano le ondate di maltempo preoccupano e impauriscono. Per non parlare del fatto che molti
associano la salute dell’ambiente con la salute dei cittadini.
Tra le possibili implicazioni sulla salute, gli intervistati hanno indicato al primo posto l'aumento delle malattie oncologiche (44,9%). Seguono il peggioramento generale dello stato psicofisico (33,4%) e l’aumento delle malattie respiratorie (24,8%).
Sempre secondo la ricerca, il 72,4% della popolazione pensa che gli effetti del cambiamento climatico riguardino tutti. Non è più un problema che si può circoscrivere alle persone anziane e già debilitate (12%) o alle popolazioni geograficamente distanti (6,9%). In altre parole, l'emergenza climatica è un fenomeno sia sistemico sia vicino alla vita quotidiana delle persone.
Da parte loro, gli intervistati si sono detti disposti a
mettersi in gioco in prima persona. Pur di tutelare l'ambiente, quindi la propria salute, accetterebbero di cambiare le proprie abitudini di consumo. E anche di fare dei sacrifici in termini economici (77,4%).
La mobilitazione dal basso da sola non basta per ottenere risultati concreti. Per questo è richiesto un intervento pubblico quanto più rapido e incisivo possibile. È necessario che dall’alto vengano attivate una serie di misure globali. Secondo gli italiani, le prime a dover intervenire sono le nazioni più potenti al mondo (22,9%). Il 22,2 percento degli intervistati auspica poi una fattiva
collaborazione tra grandi aziende e governi.
Le porte sono spalancate per i nuovi modelli di crescita sostenibile. In primis le
smart city, che creano aspettative sempre più alte. I cittadini si aspettano che la loro implementazione porti a una diminuzione dell’inquinamento (36.2%). La maggior parte degli intervistati (85,9%) punta anche sugli impianti domotici, con la speranza di abbattere i consumi energetici e idrici. È invece l’81,5% a credere fortemente nell'impiego delle app per il corretto
smaltimento dei rifiuti.