Quanto sono davvero "green" gli italiani? E quanto questo loro tasso di attenzione alle tematiche ambientali si trasforma in azioni concrete? O anche in una evoluzione "verde" delle loro
propensioni agli acquisti? A queste domanda hanno cercato di rispondere due ricerche di mercato realizzate da
Eumetra MR e Vaillant.La prima indicazione che viene dalle ricerche è che gli italiani sono mediamente "green", ma spesso solo a parole o nelle intenzioni.
Meno nei fatti, ossia nei loro comportamenti. Alcuni comportamenti virtuosi sono ben diffusi, come tenere il riscaldamento al minimo possibile o ridurre il consumo di acqua. Man mano che i comportamenti green sono più impegnativi, però, si fa più ampio il divario tra gli italiani davvero coerenti e quelli meno impegnati.
Le scelte green diffuse quasi solo tra i più coerenti
sono quelle più "scomode". Come usare gli elettrodomestici nelle fasce orarie in cui l'energia costa meno. O lasciare
abitualmente a casa l'automobile e spostarsi con i mezzi pubblici. Oppure
acquistare prodotti di aziende che rispettano l'ambiente. Anche se magari costano di più.
Così la percentuale di chi unisce davvero la sensibilità green con tutte le principali azioni concrete è bassa. Solo l’8% della popolazione appartiene infatti al gruppo più virtuoso, il
Green Home & Careful Green. In un indice green da 1 a 100, questo gruppo è oltre la soglia dei 78.
Il gruppo più numeroso (38% della popolazione intervistata) è quello definito
Careful Green. Con indice "verde" da 59 a 77. Questo gruppo mostra un’inclinazione marcata verso l’uso dei mezzi pubblici e il risparmio dell’acqua. Un’attenzione particolare all’
utilizzo limitato della plastica monouso. E una propensione all’acquisto di prodotti e servizi che rispettano l’ambiente.
Ha più o meno lo stesso peso la categoria
Ordinary Green (37% del campione), con indice green da 46 a 58 (la media nazionale).
Attenta quanto basta all'ambiente, questa categoria adotta i comportamenti virtuosi più comuni. Come la raccolta differenziata, l’attenzione ai consumi energetici e del riscaldamento. Ma le sue abitudini di acquisto non sono influenzate dai temi ambientali.
Maglia nera alla categoria
No Green (17% della popolazione). Che non mostra interesse per la sostenibilità. E non considera un cambio di atteggiamento o comportamenti volti alla salvaguardia dell’ambiente.
Il green fa bene alle aziende
Un elemento importante espresso dalle indagini Eumetra è che l'attenzione alle tematiche green fa bene non solo all'ambiente ma anche alle imprese. Il 96% del campione, in particolare i giovani (25-34 anni) e coloro che vivono nei grandi centri urbani,
ritiene che le aziende debbano impegnarsi a favore dell’ambiente. E il 72% degli intervistati indica di fidarsi più dell’impegno delle aziende che del ruolo dei governi.
Questo significa anche che c'è una netta
propensione all’acquisto di prodotti da aziende considerate responsabili e attente alla sostenibilità sociale e ambientale. Soprattutto ovviamente da parte dei consumatori più virtuosi. L’80% dei Careful Green e l’85% dei Green Home & Careful Green affermano di voler comprare beni e servizi da marchi che rispettano l’ambiente,
anche se più costosi.
Un segnale positivo anche per Vaillant, che ha collaborato alle indagini. E che da diversi anni sta legando il suo marchio ad iniziative a favore dell'ambiente. Nel suo campo di attività, ma anche direttamente al suo interno. Secondo
Gherardo Magri, Amministratore Delegato di Vaillant Italia, "Essere protagonisti attivi del cambiamento è possibile, Vaillant si impegna nel raggiungere questo obiettivo con
azioni concrete volte a ridurre la sua impronta di carbonio e le emissioni di gas serra prodotte dal riscaldamento domestico".