Per lo sviluppo del
display del concept Ariya, Nissan ha scelto un approccio innovativo, anteponendo il design e la visione rispetto alle ultime tendenze del settore. Al posto dello schermo in formato tablet, il crossover elettrico presenta un display composto
da due schermi con un andamento curvilineo che ricorda un’onda, integrandosi agli altri elementi che richiamano l’idea dell’orizzonte, dalle portiere, alla parte posteriore dell’abitacolo.
La struttura riflette il Timeless Japanese Futurism, il nuovo linguaggio del design Nissan, che trova espressione anche nello “shield” frontale del concept Ariya
”.
La disposizione orizzontale non risponde solo a esigenze estetiche. Oltre a presentare le informazioni in modo più adatto al funzionamento dell’occhio, il display si trova in una posizione più sicura,
nella linea di vista del guidatore, più vicino alla strada. Combinandosi con l’estetica dell’abitacolo ispirata all’orizzonte, il display diventa parte integrante del cruscotto. Per definire il concetto, il team di progettisti Nissan ha scelto il termine engawa – lo spazio indefinito tra il luogo in cui si è e il luogo in cui si sta andando.
Il display del concept Nissan Ariya visualizza le informazioni di guida raggruppando il quadro strumenti con modalità simili alle auto tradizionali, mentre
lo schermo centrale è dedicato alle informazioni di intrattenimento, ai comandi delle funzionalità di comfort e allo stato del sistema. Entrambi sono integrati in un elegante pannello che scorre senza interruzioni tra il guidatore e il passeggero.
Nonostante la presenza di due schermi,
le informazioni possono essere spostate o fatte scorrere da un display all’altro, dando la sensazione di un elemento unico. Ad esempio, è possibile visualizzare le indicazioni e le mappe stradali davanti al volante, se lo si desidera, per poi spostare questi dati al centro o farli scomparire quando non servono più.
L’elaborazione dell’avanzato display del concept Ariya ha richiesto vari passaggi: il team di progettazione ha sperimentato una serie di varianti montate in una grande “scatola” nera soprannominata “
Monolite”, in omaggio al film “
2001: Odissea nello spazio”, per poi alleggerire sempre più l’involucro fino ad arrivare alla versione della concept car finale.