Consapevolezza dei consumatori e innovazione tecnologica dei prodotti. Sono i due fattori che hanno maggiormente contribuito, nel 2019, alla
crescita del mercato bici in Italia. E in particolare del segmento delle e-bike, che si conferma quello più in salute. Secondo Confindustria ANCMA, l'anno scorso in Italia si sono vendute
1,713 milioni di biciclette ed e-bike. Con una crescita del 7% anno su anno. Il giro d'affari complessivo è stato di circa 1,35 miliardi di euro.
Il segmento che percentuale è andato meglio è quello delle bici elettriche. Ne sono state vendute relativamente poche - 195 mila - ma con una
crescita anno su anno del 13%. Qui le cifre vanno viste in prospettiva. Sia per il trend di crescita del comparto. Sia per, sottolinea ANCMA, l'introduzione di "dazi antidumping contro la concorrenza sleale asiatica". Dazi che potrebbero riportare la produzione in Europa e in particolare in Italia.
La popolarità delle e-bike, spiega ANCMA, sta crescendo in modo dinamico. Coprendo ormai tutti i segmenti di mercato delle bici tradizionali. Le bici elettriche consentono
distanze più lunghe e velocità medie più elevate. E aprono nuove opzioni di mobilità urbana (e non solo). "Un nuovo modo di pedalare", indica l'associazione imprenditoriale.
La crescita di tutto il mercato italiano della bicicletta deriva dalla popolarità delle e-bike ma
anche della bicicletta tradizionale, soprattutto city e trekking. Le ragioni principali sono probabilmente la consapevolezza di una fascia crescente di consumatori e le innovazioni tecniche e tecnologiche delle biciclette stesse.
Bici che oggi sono anche più convincenti come
soluzione per la mobilità quotidiana. Magari all'interno di spostamenti "misti" che coinvolgono anche il trasporto ferroviario e
pubblico in generale. Tutto questo in un contesto generalizzato politico-sociale che sta portando molti a decidere di
cambiare comportamenti e abitudini.
Tutto bene, quindi? Non tutto. Perché
restano i soliti limiti alla diffusione della bicicletta. Sono ancora troppe le situazioni a sfavore dell’uso urbano della bicicletta, anche da parte della pubblica opinione, sottolinea ANCMA. "L’auspicio dunque – spiega
Paolo Magri, presidente dell’associazione - è che si continui con la politica di diffusione dell’uso della bici, delle infrastrutture e delle
politiche di mobilità sostenibili per vedere città più smart e soprattutto, dato il momento, più sicure in considerazione dei molteplici aspetti positivi che ricadrebbero sulla nostra salute”.