Greenpeace, alla vigilia del vertice del
G8, ha deciso di pubblicare il suo rapporto “
Powering G8 Job Creations”, per influenzare le future decisioni politico-economiche delle 8 nazioni partecipanti, tentando di convincerle a investire sul settore delle energie rinnovabili.
Dal rapporto dell'associazione di
lotta per i diritti ambientali emerge come, svolgendo una previsione occupazionale, le
8 nazioni del G8 potrebbero giungere nel
2030 a creare oltre
un milione e 800mila posti di lavoro nel settore delle
energie rinnovabili, ottenendo contemporaneamente una riduzione del 50% delle
emissioni di CO2 nel settore dell’energia. La proposta, messa nero su bianco con cifre e contesto ben delineati, cerca di influenzare la politica economica delle 8 nazioni, prima di un evento tanto importante come il G8, dove ad un'analisi della situazione attuale, i capi di governo aggiungeranno previsioni e programmazioni relative ai prossimi anni. Oltre al G8, il
vertice di dicembre di Copenhagen sarà il luogo ove i governi dei Paesi industrializzati dovranno prendere impegni precisi per affrontare i
cambiamenti climatici.
Per quel che concerne l'
Italia nello specifico, alcuni studi svolti in alcune università mettono in luce le conseguenze occupazionali che il Paese avrebbe, investendo sul green: uno studio dell’
Università Bocconi dimostra che, investendo nelle rinnovabili e raggiungendo gli obiettivi europei previsti dal
pacchetto Clima e Energia, l’Italia potrà creare entro il 2020 fino a 250.000 nuovi posti di lavoro, nel solo
settore elettrico, mentre per gli
usi termici il potenziale è ancora maggiore; secondo il
Politecnico di Milano, altri 60.000 nuovi posti di lavoro, potrebbero essere creati grazie all’investimento in
efficienza energetica. Un messaggio chiaro e forte, quindi, da parte di Greenpeace prima di un vertice tanto importante.