La
pandemia di coronavirus ha limitato fortemente gli spostamenti, impedendo di recarsi presso i punti di raccolta RAEE o i cassonetti per la raccolta di pile usate. I rifiuti elettronici tuttavia si moltiplicano, soprattutto in un momento in cui l'usura dei dispositivi aumenta, e per impiegare il tempo si sono svuotati cantine e solai.
Per non inquinare l'ambiente è bene seguire i
consigli di Ecolight per una corretta gestione dei rifiuti elettronici nell'ambiente domestico. La prima cosa da fare è raccogliere tutti i rifiuti elettronici in un unico contenitore. Si potranno radunare nella stessa scatola joystick, frullatori, tostapane, chiavette USB,
telefonini e tablet. Ricordatevi di riporli insieme ai rispettivi caricabatterie, alimentatori e accessori. Sempre nello stesso imballo si possono inserire casse Bluetooth, ventilatori e affini.
L'unica accortezza è rimuovere la batteria dai dispositivi. È semplice per i telecomandi e tutti i prodotti che funzionano con le comuni pile stilo. Un po' meno banale con gli smartphone ma vale la pena provare. Le batterie devono quindi essere riposte in un contenitore in plastica o in metallo che non permetta la dispersione di eventuali sostanze inquinanti. In attesa di arrivare al punto di raccolta, meglio conservarle in un luogo asciutto e fresco.
In una scatola differente vanno inserite le
lampadine a risparmio energetico e a LED, e i neon. Sono anch'essi rifiuti RAEE, ma andranno smaltiti in maniera differente una volta portati alla piattaforma RAEE.
Dato che nella fase 2 quasi tutti i comuni hanno riaperto le piattaforme ecologiche, è indicato un unico viaggio con i rifiuti già bene organizzati. I prodotti del primo gruppo indicato sopra (tostapane e simili) vanno riposti nel raggruppamento R4. È quello dedicato all’elettronica di consumo e ai piccoli elettrodomestici. Le lampadine invece devono essere smaltite nel raggruppamento R5 (le sorgenti luminose). Il posto delle batterie è invece il raccoglitore per gli accumulatori.
Svolgere questo lavoro può essere gravoso. Ma favorire l'economica circolare può essere una strada di uscita dall’emergenza che stiamo. Ricordiamo infatti che da un piccolo elettrodomestico o da un telecomando si possono ricavare plastica e metalli che possono essere re-immessi nella filiera produttiva come materie prime.
Inoltre, rispettare l'ambiente con il corretto smaltimento dei rifiuti resta una priorità. il COVID-19 non deve vanificare i grandi sforzi fatti negli ultimi anni. In particolare nel 2019, quando i quantitativi gestiti a livello nazionale sono aumentati del 15% rispetto all’anno precedente. È auspicabile che la ripartenza dopo il lockdown possa essere anche una ripartenza per l'ambiente.