Greenpeace Italia ha ringraziato il Governo, il Ministro dell'Ambiente Sergio Costa e il Sottosegretario Roberto Morassut per aver accolto l'appello lanciato dall'organizzazione ambientalista e aver inviato una nota ufficiale al governo francese, chiedendo di permettere alle italiane e agli italiani di poter partecipare alla consultazione pubblica in corso sul prolungamento di altri dieci anni dell'attività
di 32 reattori nucleari presenti sul territorio transalpino. In questi giorni, in Francia, l'Autorità per la Sicurezza Nucleare (Autorite de Surete Nucleaire – ASN) ha infatti formalizzato l'avvio di una pubblica consultazione, dal 3 dicembre 2020 al 22 gennaio 2021, per prolungare di altri dieci anni l'attività 32 impianti, i più vecchi ancora in attività nelle 56 centrali nucleari operate da Electricité de France (EDF): hanno già raggiunto, o raggiungeranno entro il 2030, i quaranta anni di attività operativa.
Secondo la
Convenzione di Espoo, adottata nel 1991 e oggetto di successivi emendamenti, i governi devono garantire la possibilità anche ai cittadini degli Stati confinanti – che potrebbero essere danneggiati da un progetto – di partecipare a una procedura di consultazione (cosiddetta "consultazione trans-frontaliera") sulle attività proposte. In concreto, cittadine e cittadini dei Paesi confinanti hanno il diritto di potersi esprimere su progetti (pubblici o privati) che si prevede poter avviare al di la della linea di demarcazione territoriale. Anche in caso si sentano da essi "minacciati". Perché, appunto, l'inquinamento non conosce confini.
«È piuttosto ovvio che cittadine e cittadini italiani siano "parte interessata" in questa consultazione pubblica», dichiara Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia. «Per questo Greenpeace Italia, con una lettera,
ha chiesto con urgenza al Ministero dell'Ambiente di attivarsi con la controparte francese per garantire a cittadine e cittadini italiani il diritto di partecipare a una consultazione pubblica che sia "equivalente a quella garantita ai cittadini della Parte di origine"».