WWF: rendere sostenibili gli allevamenti e ridurre consumo di carne
WWF: "Il totale degli animali allevati per il consumo di carne è circa 3 volte superiore al numero di persone esistenti sul nostro Pianeta, che sono quasi 8 miliardi".
Autore: Redazione Greencity
Ripensare i nostri sistemi produttivi e di consumo del cibo e le nostre relazioni con la fauna selvatica, in una dimensione ecologica che sia rispettosa di tutte le componenti che caratterizzano la vita sul Pianeta, è la migliore prevenzione che possiamo attuare per preservare la nostra salute e quella degli animali. È quanto sottolinea il WWF nel nuovo report "TOCCARE CON MANO LA CRISI ECOLOGICA", realizzato in merito alla attuale diffusione della Peste Suina Africana (PSA) e dell'Influenza Aviaria (AI) in Italia. Queste due malattie - la prima letale per i suini, la seconda causata dai virus che colpiscono prevalentemente il pollame domestico e gli uccelli acquatici selvatici- oggi rappresentano le due grandi preoccupazioni della zootecnia italiana ma non solo, poiché si registrano casi di queste due malattie in tutto il mondo, con nuovi preoccupanti focolai in Europa. "La diffusione a gennaio di peste suina e influenza aviaria in Italia è legata all'insostenibilità delle condizioni di allevamento intensive di suini e di pollame, oltre che all'aumento dei contatti tra specie selvatiche e specie allevate. Fra i fattori che potrebbero aver contribuito alla diffusione anche il commercio e trasporto illegali di animali e carni, e lo scorretto smaltimento dei rifiuti prodotti dagli allevamenti e delle carcasse di animali infetti, che possono essere inclusi nei mangimi per avicoli e suini. A questo si aggiunge il diffuso bracconaggio di cinghiali che, macellati sul posto in maniera illegale, possono contribuire a diffondere il virus della peste suina" scrive in una nota il WWF. Ecco i sei punti cardine su cui bisogna puntare secondo il WWF: 1) Rivedere completamente i sistemi di allevamento intensivo, riducendo drasticamente il numero e la densità degli animali allevati (e migliorando sostanzialmente il loro benessere). Ciò è fondamentale per ridurre la diffusione delle zoonosi come l'Aviaria e delle malattie infettive come la PSA; 2) Ripristinare e proteggere gli habitat naturali e la ricchezza di biodiversità, che contribuiscono a ridurre la diffusione di malattie zoonotiche mantenendo l'equilibrio tra presenza umana e specie selvatiche in termini sia di distanza spaziale sia di presenza di barriere naturali che impediscono il passaggio dei virus dagli animali all'uomo; 3) Gestire correttamente le specie selvatiche, in particolare il cinghiale, senza attendere situazioni di emergenza, ma pianificando nel medio e lungo termine la gestione delle popolazioni. Svincolare la gestione della fauna selvatica dagli interessi venatori; 4) Contrastare il bracconaggio -in particolare quello rivolto ai cinghiali - e il commercio illegale di specie selvatiche come importante misura di tutela sia della biodiversità sia della salute umana; 5) Rafforzare il sistema di sorveglianza nazionale sulle zoonosi e altre patologie potenziando l'attività di monitoraggio sulla fauna selvatica e nelle aziende zootecniche, in particolare degli allevamenti; 6) Ridurre il consumo di carne e altri prodotti di origine animale (uova, latte, formaggi, latticini ma anche il pellame). Una dieta ricca di alimenti di origine vegetale con piccole quantità di cibi di origine animale comporta benefici sia per la salute sia per l'ambiente. "Le misure di contenimento dell'epidemia di peste suina e influenza aviaria previste dalle normative nazionali ed europee risulteranno misure palliative legate ad una situazione emergenziale senza un ripensamento dei nostri sistemi produttivi e di consumo, soprattutto quello di carne. Il totale degli animali allevati per il consumo di carne (circa 20 miliardi di polli, 1 miliardo di maiali, 1,5 miliardi di mucche e 1 miliardo di pecore) è circa 3 volte superiore al numero di persone esistenti sul nostro Pianeta (quasi 8 miliardi). A fronte di una popolazione umana in continua crescita non possiamo pensare di continuare ad aumentare il consumo di carne a queste condizioni intensive di sfruttamento e alterazione degli equilibri ecologici, ma bisogna invece ridurre il consumo di carne a favore di diete sane e a base vegetale", ha detto Isabella Pratesi, Direttore Conservazione WWF Italia.
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