Caldo: Scipione arriva dopo il 2° maggio più caldo di sempre
Coldiretti: "Si conferma la tendenza all’ innalzamento della colonnina di mercurio ormai strutturale in Italia dove la classifica degli anni più caldi negli ultimi due secoli si concentra nell’ultimo periodo e comprende nell’ordine il 2018, il 2020, il 2015, il 2014, il 2019 e il 2003".
Autore: Redazione Greencity
Scipione arriva dopo un mese di maggio che si è classificato il secondo più caldo di sempre, con una temperatura di 1,83° superiore alla media climatica dal 1800 ad oggi, colpendo le città e aggravando la situazione della siccità nelle campagne. E’ quanto afferma la Coldiretti sulla base dei dati Isac Cnr, con l’anticiclone subtropicale che farà impennare i termometri fino a 38 gradi, proprio nella settimana della giornata mondiale della lotta alla desertificazione che si celebra il 17 giugno. Le alte temperature rendono più difficile la situazione nei campi – sottolinea la Coldiretti – dove manca l’acqua necessaria ad irrigare le coltivazioni che si trovano in una situazione di stress idrico che mette a rischio le produzioni in buona parte del Paese, in un 2022 segnato fino ad ora da precipitazioni praticamente dimezzate. Una situazione che ha cambiato anche le scelte di coltivazione sul territorio con – continua la Coldiretti – un calo stimato di diecimila ettari delle semine di riso che ha più bisogno di acqua a favore della soia. A preoccupare – precisa la Coldiretti – è la riduzione delle rese di produzione delle coltivazioni in campo come girasole, mais, grano e degli altri cereali ma anche quella dei foraggi per l’alimentazione degli animali e di ortaggi e frutta che hanno bisogno di acqua per crescere. Una situazione pesante in un momento difficile a causa della guerra in Ucraina e dei forti rincari nel carrello della spesa con aumenti di prezzi degli alimentari che hanno raggiunto a maggio il +7,1%. Ad essere colpito dalla siccità è l’intero territorio nazionale ma particolarmente grave è la situazione nella pianura padana dove per la mancanza di acqua – precisa la Coldiretti – è minacciata oltre il 30% della produzione agricola nazionale e la metà dell’allevamento che danno origine alla food valley italiana conosciuta in tutto il mondo. Nonostante le ultime precipitazioni il livello del Po – rileva la Coldiretti – è sceso al Ponte della Becca a livelli più bassi che a Ferragosto.Una situazione – spiega la Coldiretti – in realtà rappresentativa dell’intero bacino idrografico nazionale con l’emergenza acqua che si estende dal nord al centro e al sud Italia.
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