Le
piccole utilizzazioni geotermiche consentirebbero di contribuire alla riduzione della dipendenza estera da fonti fossili in tempi rapidi. E' l'opinione del
Consiglio Nazionale Geologi, l’organo di rappresentanza istituzionale di circa 14.000 geologi professionisti italiani, che pone una (metaforica) domanda al Ministro Cingolani: perché è ancora fermo il Decreto Ministeriale che deve disciplinare appunto questo uso delle fonti geotermiche?
Secondo il Presidente del CNG,
Francesco Violo, proprio Cingolani ha di recente confermato che, nell’ambito delle
energie rinnovabili, la geotermia sta assumendo sempre maggiore importanza. Perché costituisce, secondo l'organizzazione dei geologi "una importante
fonte energetica alternativa caratterizzata da continuità e programmabilità della produzione ad elevata sostenibilità".
In questo ambito il Consiglio Nazionale dei Geologi si sta impegnando attraverso il coordinamento della “
Piattaforma Geotermia” a cui aderiscono le Associazioni del settore, nonché importanti Enti Pubblici e privati, Istituti scientifici e ministeriali. Si tratta di un “tavolo tecnico permanente” che ha collaborato e condiviso con la Segreteria Tecnica del MiTE la bozza del testo del Decreto Ministeriale.
L’emergenza energetica in atto, sostiene il CNG, determina la necessità di una scelta immediata riguardo lo sviluppo della geotermia come fonte rinnovabile strategica,
sia per la produzione elettrica sia per le applicazioni termiche. Per queste ultime risulta fondamentale la firma del Decreto che le regolamenti a livello nazionale. La norma consentirebbe, sempre secondo il Consiglio, l’installazione fino ad un milione di impianti a bassa entalpia in ambito locale, con conseguente consistente risparmio nelle bollette delle famiglie.