Antartide: la rompighiaccio Laura Bassi inizia la campagna oceanografica
Quest’anno sulla Laura Bassi si svolgeranno due diverse campagne oceanografiche di due mesi nel Mare di Ross, durante i quali si alterneranno 28 ricercatori nell’ambito di 8 progetti di ricerca finanziati dal PNRA, oltre alle attività in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare.
Autore: Redazione Greencity
La nave rompighiaccio italiana Laura Bassi ha raggiunto le acque antartiche dopo aver superato il 60° parallelo sud, dando così inizio alla campagna oceanografica della 38a spedizione del PNRA, finanziata dal Ministero dell’Università e Ricerca (MUR) e gestita dall’ENEA per la pianificazione logistica e dal Cnr per la programmazione scientifica. Quest’anno sulla Laura Bassi, di proprietà dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale (OGS), si svolgeranno due diverse campagne oceanografiche di due mesi nel Mare di Ross, durante i quali si alterneranno 28 ricercatori nell’ambito di 8 progetti di ricerca finanziati dal PNRA, oltre alle attività in collaborazione con l’Istituto Idrografico della Marina Militare. Riccardo Scipinotti dell’ENEA sarà il capo spedizione a bordo della nave per tutto il periodo.Il viaggio della Laura Bassi è iniziato lo scorso 17 novembre quando ha lasciato l’Italia alla volta della Nuova Zelanda, intraprendendo una navigazione di circa 40 giorni non priva di imprevisti e eventi inattesi, tra cui il salvataggio in mare di 94 migranti intercettati su un’imbarcazione alla deriva nel Mar Ionio a largo della costa greca. A fine dicembre la rompighiaccio è approdata al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda per imbarcare il personale scientifico e caricare materiale e carburante destinato alla base italiana Mario Zucchelli (MZS): più precisamente 18 container, carburante, un mezzo antincendio dei Vigili del Fuoco, 34 tecnici e ricercatori del PNRA oltre a 24 membri dell’equipaggio della nave. Dalla Nuova Zelanda è ripartita poi il 5 gennaio alla volta dell’Antartide. La campagna navale nell’emisfero australe prevede quest’anno una sola rotazione tra la Nuova Zelanda e l’Antartide. Le attività sono state raggruppate, in base alla zona di lavoro e alla tipologia di ricerche, in due campagne oceanografiche di pari durata che hanno come punto di contatto la stazione MZS. Una pianificazione dettata dalla volontà di massimizzare i giorni di attività scientifica, ottimizzando i consumi di carburante. Durante la prima campagna oceanografica, che terminerà all’inizio del mese di febbraio, saranno attuati sette degli otto progetti che prevedono: il lancio e recupero di boe (floating e drifter) per lo studio della circolazione marina; recupero e messa a mare dei mooring, ovvero sistemi di misura ancorati al fondo del mare utilizzati per lo studio di caratteristiche fisiche e chimiche della colonna d’acqua; carotaggi tramite multicorer o box corer e carotaggi per lo studio geologico del fondale marino. Inoltre, ci saranno attività di pesca scientifica oltre a indagini di laboratorio biologico e chimico fisico. Verrà effettuata anche un’attività specifica legata alla mappatura del fondale marino per la realizzazione di mappe di aree ancora non cartografate.I primi di febbraio la nave raggiungerà la stazione MZS dove scaricherà materiali e carburante, caricherà i container da riportare in Nuova Zelanda e in Italia ed effettuerà il cambio del personale, imbarcando i ricercatori che parteciperanno alla seconda campagna oceanografica fino a fine febbraio. Il rientro al porto di Lyttelton in Nuova Zelanda è previsto per i primi di marzo, dopo circa 6 giorni di navigazione, mentre quello in Italia è atteso nella seconda metà di aprile.
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