Babbel: dalla peteca brasiliana a “portare sabbia in spiaggia”, giochi ed espressioni a tema spiaggia

Gli esperti di Babbel, la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno individuato sei attività provenienti da diverse culture che hanno per protagonista proprio la spiaggia, dai classici intramontabili a giochi più insoliti.

Autore: Redazione Greencity

La tanto attesa stagione estiva è arrivata e di conseguenza anche la voglia di mare e di relax. Nell’immaginario collettivo la spiaggia è il luogo del divertimento per eccellenza che, con le sue lunghe distese di sabbia che incontrano il mare, invita a prendere parte ad attività che permettono di dimenticare i problemi della routine, concedendosi una pausa dalle preoccupazioni quotidiane.   La spiaggia è anche il luogo principe degli incontri estivi, dove persone provenienti da ogni angolo del mondo hanno modo di conoscersi e confrontarsi, anche attraverso il gioco. A tal proposito, gli esperti di Babbel, la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno individuato sei attività provenienti da diverse culture che hanno per protagonista proprio la spiaggia, dai classici intramontabili a giochi più insoliti. In più, con l’obiettivo di favorire la comprensione reciproca, Babbel ha messo insieme una serie di espressioni e modi di dire ispirati al mare e alla spiaggia che potrebbero altrimenti risultare di difficile comprensione per chi dovesse sentirli per la prima volta.   “I giochi sono caratterizzati da un proprio “linguaggio segreto” - il regolamento - che funge da codice anche tra giocatori che non condividono la stessa lingua e può rappresentare il primo punto di contatto tra le varie culture che s’incontrano durante le vacanze estive. Dopodiché, però, per chi vuole approfondire le nuove amicizie fatte, subentra necessariamente la lingua: conoscere anche le espressioni gergali legate al gioco in questione, oppure modi di dire curiosi sul mare e la sabbia, può senz’altro darci una marcia in più” ha commentato Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Editor di Babbel.   La Peteca: un gioco simbolo del Brasile La Peteca è un gioco molto antico che veniva praticato dalle popolazioni indigene brasiliane ben prima del XIV-XV secolo (l’inizio dell’epoca coloniale nel territorio che oggi è il Brasile); esso ha come protagonista una tipologia di volano molto particolare, costituita da una base ovale in gomma e da alcune piume inserite nella parte superiore. La parola “peteca” deriva dal verbo “petek” (in lingua tupí) traducibile con il verbo “colpire, schiaffeggiare”; il gioco trae origine proprio dal verbo, con cui si fa riferimento al movimento alla base dello sport: consiste nel colpire con le mani la base del volano con l’obiettivo di farlo cadere nel campo avversario.   I racchettoni: un “ospite fisso” della spiaggia italiana Variante moderna dell’antico “tamburello da spiaggia”, risalente addirittura all’antica Roma, il gioco dei racchettoni accompagna l’estate di italiani e italiane  dai primi anni ‘70 quando si cominciava a giocare a questa attività nella sua forma attuale lungo la riviera romagnola; da praticare con delle racchette di legno o di plastica, è perfetto per giocare anche in acqua. Sport simili si trovano anche in Paesi molto lontani: in Brasile, per esempio, spopola il “Frescobol” (termine traducibile come “palla fresca”).   Beach Volley: dalle palle dal cielo alla “aree tra marito e moglie” Il beach volley è uno dei giochi da spiaggia più popolari. La sua diffusione è stata facilitata dalla semplicità delle regole e dall’agilità dell’attrezzatura: bastano una rete, una palla e un gruppo di amici per iniziare a giocare. Nonostante si pensi che le origini risalgano all’inizio del ‘900 sulle spiagge hawaiane, le prime partite ad adottare le regole moderne si tennero sulle spiagge di Santa Monica, in California. Sebbene questa attività sia molto diffusa in tutto il mondo e il suo nome facilmente riconoscibile, sono più insoliti alcuni suoi termini tecnici: il termine “Skyball” (letteralmente “palla dal cielo”), per esempio, si riferisce ad un tipo di servizio in cui la palla viene colpita verso l'alto e poi schiacciata in modo tale da ostacolare la ricezione per gli avversari abbagliati dai raggi del sole. Un altro termine curioso è “Husband-And-Wife Area” (“area tra marito e moglie”), che indica l’area tra due giocatori che, non comunicando bene durante la partita, lasciano cadere la palla nel mezzo.   Bocce versus Pétanque L’origine del gioco delle bocce è ancora avvolta nel mistero: ci sono testimonianze di pitture rupestri e sculture che documentano lanci di pietre di varie dimensioni già nell’Antico Egitto e nell’Antica Grecia, ma furono gli antichi Romani a regolarizzare il gioco introducendo un pallino come “obiettivo” da colpire e modificando il materiale delle sfere, passando dalla pietra alla terracotta: il termine “bocce”  deriva dal latino volgare “bottia”, letteralmente “palla”. Per chi volesse provare una versione diversa delle bocce, il provenzale “Pétanque” potrebbe essere l’ideale: giocata con bocce di metallo, a differenza delle partite giocate in Italia, bisogna tirare le bocce senza slanciarsi, quindi, come si dice in dialetto provenzale, con i "pès tancats", ovvero con i "piedi uniti piantati al suolo".    Sandboarding: il surf sulle dune Le vaste distese sabbiose suscitano da sempre un grande fascino. E lo fanno ancora di più se si pensa di poterle attraversare rimanendo in piedi su una tavola: lanciarsi dalle dune con una tavola da surf è un’attività che sta prendendo sempre più piede Denominata in inglese con il nome di “Sandboarding” (termine costruito a partire da “snowboarding”), può considerarsi una miscela tra surf, skateboard e snowboard.   Beach Nordic Walking Letteralmente “passeggiata nordica in spiaggia”, la Beach Nordic Walking è una speciale declinazione del Nordic Walking (attività che deriva dalla pratica finladese del sauvakavely, traducibile letteralmente come “passeggiata con i bastoni”) che alla classica ambientazione montana sostituisce il mare e la spiaggia. Ottima per tutte le età, è l’attività adatta per chi si vuole mantenere in forma anche d’estate e, se svolta con gli amici, può essere un’occasione in più per conversazioni di qualità!      Tutti al mare! Come sottolineato da Gianluca Pedrotti di Babbel, la lingua parlata da una determinata comunità di parlanti è notevolmente influenzata dall’ambiente che la circonda: lo conferma anche la presenza, nel linguaggio utilizzato nei vari Paesi bagnati dal mare (e per i quali esso svolge un ruolo centrale) di numerose espressioni idiomatiche collegate alla spiaggia, alla sabbia o al sole. A place in the sun: traducibile come “un posto al sole”, questa espressione idiomatica inglese si riferisce ad una posizione vantaggiosa o particolarmente favorevole occupata o raggiunta da un individuo; sebbene sia applicata anche all’ambito personale, è utilizzata principalmente nella sfera professionale. Bring sand to the beach: “portare sabbia alla spiaggia” è un’espressione comune in inglese per descrivere azioni non necessarie e ridondanti. Trova corrispettivi, ispirati alla spiaggia e al mare, anche in numerose altre lingue europee, come nello spagnolo “echar agua al mar” (“portare acqua al mare”) o nell’italiano “svuotare il mare con il cucchiaino", che dipingono, analogamente, comportamenti inutili ed evitabili. Não é a minha praia: sebbene il significato letterale in portoghese brasiliano sia “non è la mia spiaggia”, questa espressione si può tradurre come “non fa per me”, riferendosi così ad una situazione non in linea con le proprie inclinazioni e preferenze. È paragonabile all’inglese “not my cup of tea” (“non è la mia tazza di tè”). Ce n’est pas la mer à boire: letteralmente “non è il mare da bere”, si tratta di un’espressione popolare francese, attestata per la prima volta in una favola di Jean de La Fontaine del XVII secolo, che può essere resa come “è una cosa da poco”. Questo modo di dire può essere parafrasato come “non sarà poi così terribile”, “non sarà la fine del mondo”, per sottolineare che non si sta chiedendo l’impossibile (come invece sarebbe l’impresa di bere l’acqua del mare). Das Leben ist kein Strandspaziergang: a conferma del fatto che la spiaggia è vista, in molte culture, come un luogo idilliaco, lontano da ogni preoccupazione, questa espressione tedesca traducibile come “la vita non è una passeggiata sulla spiaggia” viene chiamata in causa per descrivere una situazione particolarmente impegnativa o preoccupante (l’opposto di una gita al mare). D’altro canto, invece, l’espressione scherzosa inglese “life is a beach” (attenzione alla pronuncia!) racchiude in sé tutta la gioia di chi sa godersi la vita, paragonando la stessa, appunto, ad una bellissima spiaggia.

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