Mercato auto luglio +8,8%, auto elettriche ancora ben al di sotto della quota media europea
Le plug-in hanno un incremento del +5,2% nel mese (quota 4,5%) e +5,4% nei primi sette mesi dell’anno (quota 4,6%).
Autore: Redazione Greencity
A luglio il mercato auto in Italia, secondo i dati diffusi dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, ha totalizzato 119.207 immatricolazioni di autovetture (+8,8%) rispetto alle 109.611 unità registrate a luglio 2022. Nei primi sette mesi dell'anno i volumi totali segnano 960.765 unità, con una crescita del +21% sull’analogo periodo 2022 (-22,3% sul 2019).
«Il mese appena trascorso ha chiuso con una crescita rallentata come accaduto a giugno, segno che la raccolta ordini sta via via decrementando, in parte perché siamo nel periodo estivo, in parte perché l’anticipazione da parte del Governo di una rimodulazione dell’Ecobonus crea il cosidetto effetto attesa che incide sensibilmente sulla propensione degli acquisti correnti, e in parte perché gli acquirenti privati continuano a vedere pesantemente eroso il loro potere d’acquisto a causa dell’inflazione che si posiziona su livelli ancora piuttosto elevati. Di fatto, le decisioni di acquisto di beni durevoli, maggiormente impegnative da un punto di vista economico, vengono rinviate a periodi in cui le condizioni saranno ritenute più favorevoli», dichiara Adolfo De Stefani Cosentino, Presidente di Federauto, la Federazione dei concessionari auto.
«Il mercato è stretto dalla rincorsa verso la transizione ecologica e lo sviluppo efficiente dell’infrastrutturazione per la ricarica dei veicoli elettrici che, soprattutto in ambito privato, tarda a giovarsi dei provvedimenti in vigore da molto tempo (DPCM 4 agosto 2022 e DL 14 agosto 2020)», continua De Stefani, «oltre che da una raccolta ordini in declino che fatica a trovare nuovi stimoli».
«Inoltre, la totale assenza di misure sull'auto aziendale nel DDL che delega il Governo a riformare il sistema fiscale, al contrario di quanto inserito nelle prime bozze del provvedimento, ci lascia fortemente preoccupati. Ancora una volta non si è compreso come operando una revisione strutturale del regime fiscale degli autoveicoli, in armonia con quanto accade negli altri Paesi UE, si possa agevolare una transizione verso una neutralità climatica realmente sostenibile per tutti gli attori della filiera e velocizzare lo svecchiamento del parco circolante. È stata persa dunque un’altra grande occasione per rivedere i criteri e le aliquote utilizzate da imprese e professionisti per la gestione delle flotte auto aziendali, nell’ambito del più ampio progetto di rivisitazione dell’impostazione tributaria in Italia».
«Nel frattempo, auspichiamo un rapido intervento normativo per procrastinare i termini di completamento delle prenotazioni Ecobonus, da 180 a 270 giorni (come già chiesto al Ministero competente). Infatti, a causa di un peggioramento nella logistica delle merci – in atto già da molti mesi – che sta mettendo in ginocchio la regolare consegna dei veicoli, oltre ad una crisi dei chip non ancora del tutto risolta, in mancanza dell’allungamento dei termini di validità delle prenotazioni, verranno penalizzati gli sforzi di coloro che si sono impegnati ad acquistare veicoli a basse e zero emissioni», conclude De Stefani.
Osservando il mercato per alimentazione, le immatricolazioni di auto elettriche a luglio (+15%) rimangono sostanzialmente stabili su una debole percentuale del 3,5%, ancora ben al di sotto della quota media europea; le plug-in hanno un incremento del +5,2% nel mese (quota 4,5%) e +5,4% nei primi sette mesi dell’anno (quota 4,6%); il progressivo tendenziale per le HEV è del +17,4% (quota mese 35,6% in linea con quella annua), mentre sull’anno è del +29,1%. Le preferenze per le auto a benzina fanno segnare una modesta crescita del +3,9%, mentre il diesel si comprime del -6%; sull’anno la rappresentatività è rispettivamente del 28,2% e 19%. Infine, le Gpl ottengono un balzo del +35,5% rappresentando il 9,8% dell’immatricolato di luglio (quota annua 8,9%) mentre il metano registra l’ennesimo tonfo con una quota di mercato prossima allo zero.
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