L'Unione Europea non è riuscita a caratterizzare il testo draft messo preparato dalle Nazioni Unite: solo un punto, sui quattro totali, ricalca le proposte di Bruxelles.
Autore: Redazione GreenCity
- I paesi industrializzati dovrebbero fare "tagli profondi" alle loro emissioni, ma le cifre non sono definite. Il testo fa riferimento a "x%" riseptto al 1990 e "y%" rispetto al 2005. L'Unione Europea preferisce il 1990 come base di caloclo per misurare la riduzione delle emissioni, mentre il 2005 è preferito dagli USA.
- I paesi in via di sviluppo dovrebbero prendere "azioni di mitigazione appropriate a livello nazione" (NAMAs), soggette a misurazione, controllo e verifica a livello internazionale. L'UE vuole che anche economie ad alto livello di sviluppo, come la Cina, taglino le loro emissioni del 15-30% rispetto al soglia del business as usual. Il testo non fa menzione di tutto questo.
- I paesi meno sviluppati e quelli più vulnerabili ai cambiamenti climatici dovrebbero ottenere $30 miliardi (€21 milairdi) di fondi "fast-start" nel 2010-2012 per aiutarli ad adattarsi ai cambiamenti climatici. L'unico punto in cui i piani UE ed il testo preparato come base per l'accordo combaciano. L'UE ritiene che i paesi meno sviluppati dovrebbero ottenere 15-21 milairdi di euro nel periodo 2010-2012 e si è già inpegnata per 7,4 miliardi di euro in tre anni.
- I paesi ricchi dovrebbero mobilitarsi per raccogliere $100 miliardi all'anno da fonti pubbliche e private. I leader UE si erano accordati in ottobre per una cifra globale di €100 miliardi, 30 miliardi in più di quanto indicato nel testo delle Nazioni Unite.
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