In un'intervista a La Stampa, il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, ha commentato quanto avvenuto durante il vertice di Copenhagen.
Autore: Redazione GreenCity
Il Ministro dell'Ambiente, Stefania Prestigiacomo, in un'intervista al quotidiano La Stampa, ha espresso le proprie considerazioni in merito al vertice di Copenhagen. Il Ministro parla in maniera esplicita di "fallimento": " E' stato un fallimento, una esperienza fortemente deludente. Il mondo si attendeva una ricetta per affrontare l'emergenza climatica e si ritrova sostanzialmente niente"; mette inoltre in luce le correlazioni con quanto voluto da Usa e Cina: " È che questi due paesi, per ragioni diverse, non accettano impegni vincolanti e verificabili. Non vogliono, insomma, che ci siano accordi internazionali che impongano loro alcunché e non vogliono, soprattutto, che ci possano essere dei controlli su quello che stanno facendo in materia di riduzione effettiva delle emissioni inquinanti. Dato che questi Paesi messi insieme sono responsabili del 50% delle emissioni di Co2, si capisce bene che un loro chiamarsi fuori dalla partita equivale ad affossare la conferenza sul clima. Ed è proprio ciò che hanno fatto." Riguardo al futuro, il Ministro ha sottolineato: "Dobbiamo andare avanti. Intanto vediamo la formula legale con cui verrà presentato l'accordo finale. Sembra una questione di lana caprina e invece è sostanziale perché permette di capire con quali strumenti si potrà agire per sbloccare l'impasse. Dopo di che l'anno prossimo ci sarà una conferenza sul clima a Città del Messico e quello sarà il momento giusto per riprendere le fiala del discorso. Ma prima di quella scadenza è previsto che l'Europa faccia di nuovo il punto. Il cancelliere Merkel ha già fissato un incontro a Bonn per la primavera prossima e li, come Unione europea, vedremo come attrezzarci. Io credo che una soluzione la troveremo. Perché c'è l'Europa, ma ci sono anche i paesi emergenti che hanno interesse a trovare una soluzione e anche ad accedere al fondo di 100 miliardi di dollari stanziato per agevolare uno sviluppo sostenibile. E poi ci sono i paesi che rischiano di più da un eventuale cataclisma climatico e che fanno pressione. Una soluzione viene richiesta - infine - dall'opinione pubblica, allarmata sulla deriva che il Pianeta sta imboccando.
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