UE e trasporti: serve unazione comune per rompere con gli schemi passati

Per molti aspetti la politica dei trasporti è di competenza nazionale, ma è opportuno che il mercato unico europeo abbia un'unica infrastruttura di trasporto. Di qui la decisione della UE di aprire alla concorrenza i mercati nazionali dei trasporti in tutto il suo territorio, soprattutto nei settori stradale e aereo e, in misura minore, in quello ferroviario.

Autore: Redazione GreenCity

Per molti aspetti la politica dei trasporti è di competenza nazionale, ma è opportuno che il mercato unico europeo abbia un'unica infrastruttura di trasporto. Di qui la decisione della UE di aprire alla concorrenza i mercati nazionali dei trasporti in tutto il suo territorio, soprattutto nei settori stradale e aereo e, in misura minore, in quello ferroviario. 



I trasportatori stradali possono già operare liberamente in paesi diversi dai propri, in modo da non dover più effettuare il viaggio di ritorno a vuoto. Nel 2003 un primo pacchetto di misure di liberalizzazione ha aperto alla concorrenza circa il 70-80% del traffico merci su rotaia sulle lunghe distanze. 
La liberalizzazione del trasporto aereo ha portato ad un aumento della concorrenza e a tariffe più basse, nonché ad un incremento dei collegamenti tra gli Stati membri. Dopo anni di negoziati, nel 2007 la UE ha concluso con gli Stati Uniti l'accordo "cieli aperti", in virtù del quale tutte le compagnie aeree dell'Unione possono decollare da qualsiasi aeroporto europeo verso qualsiasi destinazione statunitense. Grazie a questo accordo i vantaggi della liberalizzazione in ambito UE saranno estesi anche ai voli transatlantici.
La UE promuove anche grandi progetti di infrastruttura di trasporto, le cosiddette reti transeuropee (TransEuropean Networks — TEN). Tra i progetti prioritari si segnalano:      
- l'eliminazione delle strozzature sulla principale via navigabile est-ovest che collega il Reno, il Meno e il Danubio;
- un programma per la regolazione del traffico sulle vie marittime più utilizzate al largo delle coste dei paesi della UE;
- la modernizzazione di molte linee ferroviarie sugli assi nord-sud ed est-ovest.


[tit:Un nuovo equilibrio]
La liberalizzazione non basta da sola a risolvere problemi ormai radicati, come ad esempio il predominio della strada su altre forme di trasporto, l'inquinamento, la frammentazione dei sistemi di trasporto, compresa la scarsità di collegamenti con le regioni periferiche e tra le reti nazionali. 
Il trasporto su strada veicola ora il 44% di tutte le merci trasportate nella UE, contro il 39% del trasporto marittimo a corto raggio, il 10% delle ferrovie e il 3% della navigazione interna. Questo predominio è ancora più marcato nel trasporto passeggeri, dove gli spostamenti su strada (in gran parte in auto) rappresentano l'81%, contro il 6% delle ferrovie e l'8% del trasporto aereo. Trasferire merci e passeggeri dalla strada a forme di trasporto meno inquinanti è un elemento essenziale di qualsiasi politica dei trasporti sostenibile, così come lo è la capacità di integrare diversi modi di trasporto, combinando il trasporto stradale, marittimo o aereo con quello ferroviario.
Per ridurre gli ingorghi si stanno anche introducendo sistemi di tariffazione mirati, nei quali l'utente paga per l'utilizzo di un'infrastruttura limitata. A titolo esemplificativo citiamo il sistema, introdotto per la prima volta a Londra nel 2003, in base al quale gli automobilisti devono pagare per entrare nelle zone centrali delle città.
In un'economia di mercato democratica, il passaggio dalla strada alla rotaia, pur auspicabile, non può essere imposto dai governi nazionali o dalla UE. Tale passaggio deve essere realizzato piuttosto tramite incentivi, come investimenti mirati in altri sistemi di trasporto, affinché possano assorbire l'eccesso di traffico, e sistemi di tariffazione che rispecchino i costi reali dell'uso della strada e incoraggino una migrazione "naturale" verso forme di trasporto alternative.
L'obiettivo è trasferire il trasporto merci e passeggeri dalla strada alla rotaia e sostituire certi voli a corto raggio con collegamenti ferroviari.

[tit:Cosa fare]
Il trasporto ferroviario è il primo obiettivo. Nei paesi della UE i treni merci viaggiano a una velocità media di 18 chilometri orari. Le ferrovie devono migliorare i servizi e i tempi di percorso se vogliono proporsi come alternativa valida al trasporto su strada. 
Se pensiamo che il settore dei trasporti, soprattutto quello dei veicoli stradali, è responsabile del 28% delle emissioni di CO2,  le misure in fase di introduzione nei paesi della UE vanno nella direzione di un miglioramento del rendimento dei carburanti, l'uso di carburanti alternativi e la riduzione dei limiti per le emissioni di CO2 delle automobili.
Inoltre, particolarmente esposta al rischio di incidenti e di fuoriuscite di idrocarburi per via della lunghezza delle sue coste (si pensi a cosa sta succedendo nel golfo del Messico), la UE sta introducendo norme più severe per la sicurezza marittima, con ispezioni più rigorose delle navi, sanzioni in caso di inquinamento per negligenza grave e ritiro accelerato dal servizio delle petroliere a scafo unico.
Infine, per la Commissione europeo rimane fondamentale rendere le ferrovie più competitive, introdurre una politica portuale, sviluppare sistemi di trasporto ad alta tecnologia, far pagare l'uso delle infrastrutture, produrre più biocarburanti e studiare ulteriori soluzioni per decongestionare le città.

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