I veicoli elettrici si stanno diffondendo in diversi Stati dell'Unione europea, così come negli Stati Uniti, in Giappone, Cina e altri paesi ancora. I piani predisposti dai singoli governi per favorire lo sviluppo e la diffusione di questa nuova - ma non poi tanto, visto che l'automobile è nata elettrica e solo in un secondo momento le industrie sono passate al petrolio come fonte d'energia - famiglia comprendono strumenti e politiche come gli incentivi fiscali, il finanziamento di ricerche sull'estensione della vita utile delle batterie o sulla individuazione di nuovi e più efficienti materiali per la loro costruzione, la diffusione di infrastrutture per la ricarica di queste automobili, il supporto a piani di car-sharing di autoveicoli elettrici, sia da parte di privati che di istituzioni pubbliche, la sostituzione di auto tradizionali con altre alimentate dall'energia elettrica nelle flotte aziendali.
Famiglie felici e sorridenti, un ambiente pulito e da godere: davvero l'auto elettrica è in grado di offrirci tutto questo?
Numerosi sono anche i casi di alleanze tra società elettriche o dell'energia in genere, industrie automobilistiche, produttori di batterie, università e centri di ricerca, per progetti comuni tesi a spingere lo sviluppo e la diffusione di queste tecnologie. A livello UE, i due progetti di maggiore rilevanza sono probabilmente la
EURELECTRIC Task Force on Electric Vehicles and EpoSS e lo
European Technology Platform on Smart Systems Integration, rispettivamente impegnate nella ricerca di tecnologie e sistemi sempre più efficienti per le auto elettriche e nella costruzione di reti integrate che includano sistemi di trasporto, energia, sistemi urbani, sistemi di informazione. Da parte sua, la
Commissione Europea ha lanciato la European Green Cars Initiative, dotandola di uno stnaziamento di 5 miliardi di euro, per la ricerca, lo sviluppo e la produzione di batterie e auto elettriche e per i relativi progetti-pilota.
La grande girandola di iniziative e progetti non deve far dimenticare i problemi e le difficoltà che comunque rimangono sulla strada del pieno sviluppo dell'auto elettrica. Occorre fare in modo che non si ripeta l'esperienza dei primi decenni dell'era dell'automobile: la Storia ci insegna che la produzione di veicoli elettrici cominciò addirittura nella prima metà dell'Ottocento (1838!), ma a partire dal 1913 dovette rapidamente cedere il passo al motore a combustione. Cicli e ricicli della Storia, un secolo esatto dopo il motore elettrico sembra pronto e prendersi la sua rivincita!
I progressi compiuti in questi ultimi anni, sotto la spinta combinata dei problemi ambientali, i dubbi sull'effettiva quantità delle riserve petrolifere, la situazione geopolitica che vede un ricorso sempre maggiore all'uso dell'energia come arma di ricatto politico, e la crisi finanziaria seguita al fallimento ddella Lehman & Brothers, sono alquanto promettenti: gli scenari prevedono il ritorno in grande stile dell'auto elettrica sul mercato entro i prossimi due anni, e nel 2050 potrebbero superare il 60% del venduto e rappresentare il 25% dell'intero parco circolante al mondo.
A fianco di queste previsioni di una nuova età dell'oro dell'automobile elettrica, comunque, ci sono anche scenari decisamente meno trionfalistici, anzi anche alquanto pessimistici: non è tutt'oro quel che luccica, insomma.
[tit:Ma è veramente un vantaggio?]Una delle principali accuse, mosse dagli ambientalisti più "radicali" è che l'auto elettrica non fa altro che spostare i termini del problema – emissioni di CO2, particolato, gas serra in genere, calore, rumore – da un luogo ad una altro. Ovvero, dalle città – dove avviene il consumo del bene-automobile - alle zone rurali – dove verrebbe prodotta la nuova energia da distribuire nelle città.
Le aree urbane, in effetti, costituirebbero il principale – qualcuno dice unico – mercato di riferimento dell'auto elettrica. Le caratteristiche di questo motore lo rendono particolarmente adatto alla tipica guida da area metropolitana: percorsi generalmente brevi, cambi continui di marcia, velocità ridotta. Nell'UE, l'80% dei guidaotri percorre mediamente meno di 40 km al giorno. Il livello di efficienza del motore elettrico, in questa situazione, è circa 4 volte superiore a quello del motore a combustione, raggiungendo una percentuale tra il 60 e l'80 % di energia effettivamente utile per muovere il veicolo.
Considerando che, nell'Unione Europea, oltre il 20% delle emissioni di gas serra dipendono dal settore dei trasporti, e che questo è l'unico settore dove si registra un aumento continuo delle emissioni, l'auto elettrica promette di contribuire in misura notevole alla risoluzione di questo problema.
Dal punto di vista sociale, i leader della UE e dei 27 Stati Membri dovranno stare attenti a trovare il punto di equilibrio tra le aree urbane e le aree rurali: nonostante il grande sviluppo delle città, una buona metà della popolazione UE vive ancora in aree rurali e rischiano di pagare il conto – in termini di inquinamento e di perdita di territorio utile - dello stile di vita degli abitanti delle aree urbane. Non sarà possibile, in altre parole, semplicemente trasferire fuori della città i centri di produzione dell'energia necessaria per rifornire i veicoli elettrici, con i relativi problemi in materia di sfruttamento del territorio, emissioni di gas inquinanti, rumore, sfruttamento delle risorse idriche e naturali in genere, e via dicendo. La ricchezza si produce in città, ma metà dell'elettorato UE vive in campagna!
Dal punto di vista tecnologico, i problemi ancora da risolvere riguardano il livello di costo della produzione delle batterie, il numero ancora limitato (200 circa al massimo) di chilometri percorribili con un "pieno" di elettricità, la necessità di una rete di stazioni di rifornimento capillare e diffusa.
Per quanto riguarda questo ultimo punto, coniugare la richiesta di energia da parte di milioni di autoveicoli con la necessità di un impatto ambientale il più basso possibile, idealmente a zero, da parte della rete di rifornimento, sarà la vera sfida dei prossimi decenni. Sarà necessario realizzare una rete integrata, in grado di prendere l'energia da più fonti, e distribuirla ai veicoli in qualunque momento. Scienziati e ingegneri sono al lavoro per progettare "reti intelligenti", in grado di soddisfare tutti i requisiti in materia di ambiente, disponibilità immediata, politiche sociali.
Per quanto riguarda le batterie, il cuore pulsante di questa nuova automobile,
i livelli di prezzo attuali – compresi tra i 15mila edi 40 mila euro – devono scendere sotto i 10mila nel breve periodo ed i 5mila nel lungo. Attualmente, buona parte di questo differenziale di prezzi è coperta da incentivi e sovvenzioni da parte di governi e autorità locali, ma il sistema non potrà durare a lungo pena la bancarotta delle istituzioni pubbliche.