"Possiamo decidere di credere alle bugie che ci vengono raccontate o possiamo cercare di capire quello che sta succedendo": questo è quanto ha dichiarato
Alessandro Gianni, direttore delle Campagne di
Greenpeace, in merito a quanto sta avvenendo a causa del
disastro petrolifero in Louisiana.
L'associazione ambientalista ha messo in luce come, sui
media, stanno circolando notizie false, in grado di allontanare le persone dalla reale consapevolezza della gravità dei fatti.
Per questa ragione è stato pubblicato "
Orizzonte nero", un documento che comprende sei domande e sei risposte sulla
marea nera, per mettere in luce "le molte
falsità che in questi giorni vengono diffuse".
Greenpeace ha spiegato come "dopo tante promesse di '
rivoluzione verde' e
Green Economy, agli inizi di aprile 2010, il presidente
Barack Obama ha ridato il via alle esplorazioni petrolifere offshore negli Usa, dopo una lunga moratoria. Un pedaggio pagato alle
lobby petrolifere per far passare un 'Climate Bill' che riduce le emissioni degli Usa solo del 4% rispetto al 1990. Obama è stato subito ripagato da Bp con una marea nera che lascerà il segno".
Nel
documento di Greenpeace è sottolineato come il
petrolio sversato in mare sarebbe in quantità maggiore rispetto a quanto dichiarato ufficialmente; è inoltre spiegato come, affinchè l'
ecosistema torni alla normalità saranno necessari tempi lunghissimi, non brevi come affermato.