L'energia solare "può cambiare il mondo".
Ne è convinto
Paolo Scaroni, amministratore delegato di
Eni: ecco perché la società intende puntare sempre di più su questa forma di energia alternativa. In questo contesto, Eni ha appena inaugurato il
Solar Frontiers Center (SFC), un centro di ricerca attivato in collaborazione con il
Massachusetts Institute of Technology (Mit).
Il centro avrà l'obiettivo di promuovere lo sviluppo di
tecnologie solari avanzate, attraverso progetti che spaziano dai nuovi materiali fotovoltaici alla produzione di idrogeno da energia solare.
La visione di Eni è a lungo termine: "da questo progetto non ci aspettiamo risultati che impatteranno sui nostri conti economici nell'arco dei prossimi anni – afferma Scaroni - ma certamente il futuro è qui". Il perché è presto detto: secondo l'ad "
il petrolio un giorno finirà: non presto, ma in circa cento anni gli idrocarburi non giocheranno più lo stesso ruolo nella nostra vita".
L'inaugurazione del centro rappresenta il fulcro della
collaborazione siglata nel febbraio del 2008 tra Eni e il MIT, che nei primi due anni ha già prodotto diversi risultati rilevanti tra cui la prima cella solare MIT ultraflessibile, la prima cella solare al mondo stampata su carta e celle solari che imitano il processo foto sintetico.
L'alleanza con il MIT ha una durata quinquennale e comporta per Eni un investimento di
50 milioni di dollari equamente ripartiti tra il programma Solar Frontiers e il
Mit Energy Initiative (MITEI), l'istituto di cui Eni è Founding Member preposto allo studio di soluzioni di trasformazione del sistema energetico in risposta alle sfide del futuro.