Greenpeace, grazie alla classifica "Rompiscatole", il tonno diventa sostenibile

Dopo 4 mesi dal lancio di "Rompiscatole", la classifica della sostenibilità delle aziende che si occupano della vendita di tonno in scatola, Greenpeace applaude il miglioramento di alcune società.

Autore: Redazione GreenCity

Sono passati quattro mesi dal lancio della classifica "Rompiscatole" e Greenpeace inizia a raccogliere il primo feed-back positivo da parte dei soggetti coinvolti.
Secondo quanto messo in luce dall'associazione, infatti, la sostenibilità del tonno in scatola starebbe aumentando in Italia.
Fra le società più rispettose dell'ambiente rispetto al passato ci sono AsdoMar, capace di conquistare il primo posto per la trasparenza nelle scelte e grazie all'utilizzo in una parte dei prodotti venduti, del tonnetto striato, qualità di pesce pescato con lenza e amo, quindi in un modo sostenibile.
Callipo ha le caratteristiche per passare alla zona "arancio" nella politica di approvvigionamento sostenibile.
Esselunga ha mirato la propria azione correttiva all'impatto della pesca sull'ambiente, rinunciando al tonno trasbordato in mare, una pratica che spesso collima con attività illegali.
Consorcio è riuscita a staccarsi dal fondo della classifica, a differenza di tonno Mare Aperto della Star e Nostromo, ultimi anche in questo aggiornamento della graduatoria.
Bolton e Riomare si sono invece impegnati a predisporre, entro al fine del 2010, una politica di sostenibilità.
Diversi passi in avanti, quindi, che non coincidono con un cambiamento netto nel modus operandi delle società (10 marchi su 14 totali restano nella zona "rossa" e nessuno ha raggiunto quella "verde"), ma che lasciano ben sperare per il futuro.
Giorgia Monti, responsabile della campagna Mare di Greenpeace ha dichiarato: "Alle parole devono seguire i fatti, prima che anche gli stock di tonno tropicale vengano totalmente compromessi".

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