Obama proclama guerra al petrolio: gli Usa scelgono le energie pulite
Nel suo primo discorso dalla Sala Ovale, Obama è tornato a parlare della "marea nera" scagliandosi contro l'utilizzo del petrolio: la transizione alle energie pulite sarà costosa ma si rende oggi indispensabile.
Autore: Irene Canziani
Per gli Stati Uniti è arrivato il momento di dire addio al petrolio e fare spazio alle energie pulite. Questo il messaggio che Barack Obama ha voluto lanciare alla nazione in occasione del suo primo discorso dallo Studio Ovale da quando è stato eletto alla Casa Bianca.
Il presidente è tornato ancora una volta a parlare della "marea nera", del disastro ambientale causato dalla Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Questo avvenimento, ha affermato il presidente, è un monito, il "promemoria più doloroso e potente" della necessità che il Congresso, ora frenato dalla "mancanza di candore e coraggio politico", intervenga un fretta sulla questione energetica. Per gli statunitensi è ora di scegliere l'energia pulita: "sarà una transizione costosa e qualcuno pensa che non potremo permettercelo – ha affermato Obama - io credo che non possiamo permetterci di non cambiare il modo in cui produciamo energia, perché il peso di lungo termine sull'economia, sulla sicurezza nazionale e sull'ambiente sono molto maggiori". Quella contro il petrolio sarà una vera e propria guerra di liberazione, ha dichiarato il presidente. Ma intanto, la Deepwater Horizon continua a riversare in mare migliaia di barili di combustibile al giorno, e nessuno riesce ad arrestare il fiume nero. L'amministrazione statunitense ha promesso di risolvere la fuoriuscita nelle prossime settimane. Ma chi pagherà per l'enorme danno causato? Obama non ha dubbi: sarà la BP Plc, società proprietaria della piattaforma, a risarcire fino all'ultimo centesimo coloro che "sono stati danneggiati dalla sconsideratezza dell'azienda". Proprio oggi il presidente dovrebbe incontrare i dirigenti del colosso energetico alla Casa Bianca.
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