I Comuni grandi protagonisti dello sviluppo dell'auto elettrica. Lo dice una ricerca svolta da GreenValue, associazione di professionisti dell'ambiente e della mobilità.
L'auto elettrica è ormai pronta ad arrivare sul mercato. I primi modelli di serie stanno già arrivando al grande pubblico, le pagine delle pubblicità automobilistiche ospitano sempre più la promozione di modelli alimentati da motori elettrici. Il sogno di un sistema di trasporti ad emissioni zero, quindi, sembra sempre più vicino. Il grande dubbio, sulle possibilità che questo sogno si trasformi in realtà, riguarda la durata della batteria.
I nuovi sistemi al litio consentono di ottenere autonomie in grado di rispondere all'uso quotidiano di chi si muove in un ambito metropolitano. I duecento chilometri di percorso prima di dover ricaricare la batteria non sono più un'utopia, ma
il costo di queste batterie è ancora molto elevato, troppo per consentire un'effettiva diffusione al grande pubblico. Vale la pena investire le già scarse risorse finanziarie di governi e amministrazioni locali per abbracciare la causa dell'auto elettrica? "Noi di GreenValue riteniamo di sì – afferma carlo Iacovini, presidente dell'associazione – perché da sempre l'innovazione, oltre a rappresentare il futuro del Paese, è anche la cura migliore per migliorare la qualità dell'aria nelle nostre città."
Stando ai numeri presentati da GreenValue, in una città media italiana di 200mila abitanti l'adozione di una flotta di 1250 veicoli alimentati da motore elettico comporterebbe ogni anno il taglio di 2.344 tonnellate di CO2, oltre a risparmi nell'ordine di quasi mezzo milione di euro (esattamente 426.523, nelle simulazioni dello studio) per minori costi legati al sistema di mobilità privato.
Naturalmente, l'abbattimento delle emissioni di CO2 dipende anche dalla fonte di energia utilizzata per produrre l'elettricità destinata a ricaricare le batterie dei veicoli elettrici: bisogna usare fonti rinnovabili, se questa energia è prodotta da fonti fossili, quello che si ottiene è solo un trasferimento del danno ambientale.
Il problema è che le indagini di mercato indicano in almeno 10 anni il tempo necessario perché il mercato dell'auto elettrica diventi di massa. Come fare, per accorciare quanto possibile questi tempi?
"Sono i Comuni i protagonisti di questa fase di start up del mercato", afferma lo studio GreenValue. È a loro che spetta il compito di costruire la domanda di mobilità elettrica, con le imprese del territorio, gli enti pubblici, i privati citta facilitando l'installazione di impianti di ricarica pubblici e stipulando accordi quadro con i fornitori ed i produttori di veicoli elettrici.
"Abbiamo voluto dimostrare – afferma Carlo Iacovini – che, in assenza di un programma nazionale industriale e politico per la mobilità elettrica,
i Comuni possono concretamente dare il via al mercato dei veicoli ecologici".
Il piano messo a punto da GreenValue prevede l'installazione di 150 colonnine e l'acquisto di 350 veicoli incentivati: un investimento che l'associazione quantifica inferiore ai 4 milioni di euro. Questo consentirebbe ai Comuni, in meno di due anni, di rendere le aziende, i lieri professionisti e i privati cittadini "testimonial" della mobilità elettrica.