I venti dell'emisfero settentrionale sono in costante diminuzione.
È questa la conclusione della
ricerca pubblicata da Robert Vautard, scienziato francese della Université de Versailles Saint-Quentin-en-Yvelines , sulla rivista specializzata
Nature Geoscience.
I dati raccolti dal team di Vautard hanno rilevato
un calo del 10 % della velocità dell'aria al suolo negli ultimi 30 anni.
I ricercatori francesi si sono anche stupiti della regolarità riscontrata nei dati raccolti.
Con più di
10mila stazioni di monitoraggio tra
Asia,
Nord America ed
Europa, e considerando i
dati dal 1979 ad oggi, i risultati hanno visto scendere la velocità del vento nel 73% delle stazioni, con una diminuzione percentuale tra i 5 e i 15 punti su tutto l'emisfero nord.
La
causa di questa variazione così significativa, spiega Vautard sulla rivista, è da imputare alla maggiore
presenza di vegetazione nella parte settentrionale del pianeta. Le piante renderebbero infatti più accidentato il terreno, ostacolando lo scorrimento delle masse d'aria.
Le
conseguenze sul settore dell'energia eolica non sono ancora prevedibili.
Le misurazioni dei ricercatori francesi sono state effettuate a 10 metri dal suolo, mentre
le pale eoliche sono situate a circa 100 metri di altezza, elemento che dovrebbe rassicurare i sostenitori dell'eolico.
Non esistono però modelli in grado di prevedere se la presenza di aria più lenta a terra possa, nel lungo periodo, influire sui flussi d'aria più elevati.
La diminuzione del vento
potrebbe anche causare problemi respiratori alle persone, visto il minor ricambio d'aria e il possibile accumulo di sostanze inquinanti, ma considerazioni di questo tipo sono ancora a livello teorico.