Corte costituzionale, illegittime 3 leggi regionali sul nucleare

La Corte Costituzionale ha bocciato le leggi regionali di Puglia, Basilicata e Campania che andavano a vietare impianti di produzione di energia nucleare, di fabbricazione di combustibile nucleare e di stoccaggio di rifiuti radioattivi.

Autore: Redazione GreenCity

Puglia, Basilicata e Campania avevano vietato gli impianti nucleari: la Corte Costituzionale ha dichiarato in questi giorni illegittime queste leggi.
La decisione è stata presa in una delle ultime camere di consiglio dei giudici costituzionali e le motivazioni saranno depositate a giorni.
Secondo la Consulta le tre leggi regionali che in assenza di un'intesa tra Stato e Regioni precludono il proprio territorio all'installazione di impianti nucleari violano specifiche competenze statali.
In particolare, le norme regionali sono state bocciate perché avrebbero invaso la competenza esclusiva dello Stato in materia di tutela dell'ambiente e di sicurezza.
Secondo la corte le Regioni citate non possono riprodurre con legge regionale le situazioni che considerano più corrette ma attuare un accordo con lo Stato e presentarsi, in seguito, dinanzi alla corte.
La Corte Costituzionale deve ancora esaminare i ricorsi di altre regioni, quelle che hanno impugnato il decreto delegato in cui sono indicate le aree che potranno essere scelte dagli operatori per la costruzione delle prossime centrali nucleari.
Inoltre è in arrivo il quesito del referendum dell'Idv di Di Pietro contro il ritorno del nucleare in Italia (Il quorum delle 500 mila firme sarebbe stato raggiunto).
La Suprema Corte passerà il tutto alla Corte Costituzionale, che probabilmente già nella seduta del 10 gennaio prossimo dovrà esprimersi sul referendum sul nucleare.

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