Mentre i
negoziati sul clima a Cancun procedono a rilento, Greenpeace e ISDE (Associazione Internazionale dei Medici per l'Ambiente) nel
rapporto "
Si salvi chi può" confermano oggi i gravi
effetti sanitari causati dai cambiamenti climatici in corso: aumento di malattie da inquinamento atmosferico, eventi meteorologici estremi quali le ondate di calore, cambiamenti nella geografia delle malattie infettive e delle parassitosi, perdita della biodiversità.
La concentrazione di CO2 in atmosfera è salita da 300 ppm (parti per milione) del 1908 a 389 ppm nel 2010. Il ritmo di crescita 1980-2008 è risultato di 1,6 ppm all'anno ed è stato stimato che con il ritmo attuale (1,9 ppm/anno, media 1995-2005) la CO2 potrà raggiungere in circa trenta anni la soglia delle 450 ppm, limite fissato a Copenaghen per contenere i disastri a un livello accettabile.
Ci aspetta un aumento degli eventi meteorologici estremi quali le "ondate di calore" che quest'estate hanno innescato gli incendi in Russia e nell'agosto 2003 hanno causato in Europa oltre 52.000 morti, dei quali 18.000 in Italia.
Il rapporto evidenzia uno degli aspetti più sottovalutati quando si parla di
effetto serra: l'aumento di malattie da inquinamento atmosferico dovute all'interazione tra aumento di temperatura e inquinamento dell'aria. Il risultato è un aumento esponenziale, anche in Italia, dell'incidenza di allergie e malattie respiratorie specie nelle fasce della popolazione più esposte, bambini e anziani in primis.
La
biodiversità è un'
altra vittima dell'aumento della temperatura: solo in Italia negli ultimi 25 anni si sono dimezzate le specie degli uccelli tipici dell'ambiente agricolo - allodole e rondini in particolare - e sono a rischio dal 47,5% al 68,4% delle specie di vertebrati, il 66% di quelle di anfibi e circa il 15% delle piante superiori e il 40% di quelle inferiori. Di fatto, siamo già in un periodo di "
estinzioni di massa", come quello che portò alla fine dell'epoca dei dinosauri nel giurassico.
Lo studio ricorda poi come
il cambiamento climatico stia modificando la geografia delle malattie infettive e delle parassitosi.
Un tipico esempio è costituito dalla
comparsa della zanzara tigre (Aedes albopictus) nelle zone climatiche temperate: oltre alle fastidiosissime punture, la zanzara tigre ha già provocato in Italia la trasmissione di malattie infettive.
L'insetto, originario dell'Asia sud-orientale, per lungo tempo si è mantenuto stanziale in una fascia compresa tra il 40° parallelo nord e il 10° parallelo.
Nell'ultimo cinquantennio la sua area si è estesa verso est, fino alle Hawaii e alle isole del sud-Pacifico. In Europa, la zanzara tigre è stata segnalata prima in Albania, poi in Italia nei primi anni '90 dove è giunta in Veneto trasportata con pneumatici usati importati dagli Usa per essere rigenerati.