Legambiente, parcheggi selvaggi nelle piazze e luoghi storici

Nel dossier intitolato "Questa piazza non è un parcheggio" Legambiente raccoglie le immagini più significative dei numerosi parcheggi selvaggi che rovinano i luoghi storici che ci circondano.

Autore: Redazione GreenCity

Legambiente denuncia lo sfruttamento delle piazze e luoghi storici come parcheggi pubblici e per questo ha fotografato e inserito in un dossier intitolato "Questa piazza non è un parcheggio" tutte immagini più rappresentative, con l'obiettivo di stimolare i sindaci a immediate ordinanze di pedonalizzazione.
Prendiamo Piazza San Zeno a Verona. Ospita la basilica omonima, capolavoro di arte romanica, un monastero che tra il IX e il XII secolo fu il più ricco e potente della città, chiostri, giardini e orti. Oggi è un grande parcheggio.
A Siena, invece, Piazza Provenzano, dominata dalla chiesa di Santa Maria di Provenzano, si trova in pieno centro storico, a un passo da piazza del Campo: nonostante sia all'interno della ZTL, auto e motorini sono parcheggiati ovunque.
La palermitana Piazza Bellini, dominata dalle chiese della Martorana e di San Cataldo, rappresenta il centro civico della città medievale. Adibita a parcheggio per i consiglieri comunali, oggi è aperta a tutte le auto nonostante il Comitato per lo spazio pubblico ne chieda la chiusura permanente ai veicoli.
E nell'elenco si può inserire anche il Colosseo, dove con la parziale chiusura alle auto nel 1980 è nata la prima isola pedonale italiana. Trent'anni dopo, però, quella pedonalizzazione è ancora parziale, così che il monumento italiano più noto al mondo e più visitato dai turisti è ancora degradato al ruolo di spartitraffico.
"Abbiamo raccolto una serie di casi emblematici di cattiva gestione degli storici spazi di aggregazione sociale e culturale nonché del patrimonio artistico e turistico italiano - dichiara Alberto Fiorillo, responsabile aree urbane di Legambiente - Piazze storiche, veri e propri gioielli, deturpate dal parcheggio selvaggio. La domanda è: se le amministrazioni locali non sono in grado di migliorare la vivibilità urbana restituendo queste poche centinaia di metri quadrati ai cittadini, come si può sperare che quegli stessi amministratori abbiano le capacità di eliminare gli ingorghi e di assicurare una mobilità più spedita e sicura nel proprio territorio?".

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