Tira proprio una brutta aria nelle città italiane. Sono passati poco più di
40 giorni dall'inizio dell'anno e già due città, Brescia e Milano, hanno oltrepassato il
limite consentito dei 35 giorni di superamento dei livelli di Pm10, considerati dalla normativa la linea estrema per proteggere la salute dei cittadini.
Ma le due città lombarde, purtroppo, non sono sole perché sulla soglia del limite, con 35 giorni, ci sono anche
Frosinone e Monza, mentre altre 4 città,
Lucca, Bergamo,
Torino e Mantova con 32, 31, 29 e 28 giorni di superamento si apprestano a essere presto fuorilegge.
E con
27 giorni è probabile che scaleranno velocemente la classifica anche
Napoli, Lecco, Como e
Asti.
A richiamare l'attenzione sul pesante
inquinamento atmosferico che affligge le città italiane è
Legambiente che, in collaborazione con il portale
www.lamiaaria.it, ogni anno tiene d'occhio i
livelli di polveri sottili nell'aria per sollecitare interventi mirati alla loro riduzione.
Ma lo smog, è un
problema annoso per tutto il Paese che possiede il parco auto più grande d'Europa con oltre 60 auto ogni 100 abitanti.
E così anche città di media grandezza come
Lucca sforano il limite consentito già più di 30 volte solo all'inizio di febbraio. A un anno esatto dall'
emergenza smog dell'area Padana, ricorda Legambiente, i sindaci della provincia di Milano si rincontrano per discutere misure coordinate e affrontare la nuova emergenza.
E' però indispensabile un ruolo di affiancamento dei
provvedimenti delle Regioni e dei Comuni da parte del Ministero dell'Ambiente che da troppo tempo promette importanti misure a livello nazionale, che dovrebbero tener conto anche delle condizioni climatiche sfavorevoli e quindi essere maggiori per le città più svantaggiate dal meteo e dalla posizione geografica.
"Sono dodici mesi che si parla e si promette un pacchetto nazionale di
misure antismog – ha spiegato il
responsabile scientifico di Legambiente, Stefano Ciafani - ma il decreto legge predisposto dal
Ministero dell'Ambiente, che doveva essere approvato prima di Natale, ancora giace nel cassetto. Un provvedimento urgente soprattutto per ridurre i rischi sanitari ma pensato anche per abbattere l'inquinamento in misura sufficiente ad evitare la pesante multa europea. E' chiaro a tutti – prosegue Ciafani - che la cronica emergenza smog dipende da una colpevole mancanza d'investimenti tali da cambiare il modo di spostarsi e di vivere dentro le città. Fino ad ora abbiamo assistito solo a provvedimenti spot ma a nessun atto davvero coraggioso, sia a livello locale che nazionale, per risolvere il problema alla radice. Ovvero – conclude Ciafani – contenere
la domanda di trasporto individuale motorizzato e
incentivare forme di trasporto diverse dall'auto privata"