Dopo
Albano e Romina, crolla un altro mito dell'amore eterno: quello di
Barbie e Ken, che in perfetto stile 2.0 concludono la loro storia d'amore per mezzo di un messaggio su
Facebook.
Dopo decenni di fidanzamento perfetto nelle loro case perfette e nei loro vestiti perfetti, l'effeminato compagno della bambola per antonomasia compie un gesto vero maschio e la abbandona al suo destino.
Ovvio non c'è nulla di nobile nella rottura di una storia d'amore se non fosse che Ken scopre che Mattel contribuisce alla deforestazione della
Tahilandia proprio per il packaging della sua amata. "Barbie it's over!" con queste poche parole comparse sulla pagina Facebook di
Greenpeace si sancisce la fine di una storia che ha fatto sognare milioni di bambine in tutto il mondo, e ancora "Non esco con ragazze che fanno uso di deforestazione!"
Il realtà la questione ha toni molto meno licenziosi di quelli utilizzati finora, in quanto il tutto nasce da un'iniziativa serissima di Greenpeace che denuncia la ditta produttrice della bambola più famosa del mondo di appoggiarsi alla
Asia Pulp and Paper.
Quest'ultima per ricavarla carta necessaria agli imballaggi di
Mattel sta radendo al suolo milioni di metri quadri di foresta pluviale e torbiera del sudest asiatico del mondo, con conseguenze a dir poco catastrofiche sull'ecosistema e sul clima, per gli animali in via di estinzione (come la tigre di Sumatra) e le popolazioni del luogo.
Il messaggio che Greenpeace lancia a Matte, tramite questa simpatica iniziativa, è quello molto più importante di un vero e proprio boicottaggio nei confronti di prodotti forniti da Asia Pulp and Paper: «Smetti di incatenare Barbie al giro della deforestazione, e non acquistare i prodotti della APP».