L'azienda di moda,
Zara, e la sua casa madre
Indetex, hanno firmato un impegno per eliminare
le sostanze chimiche pericolose dai loro prodotti lungo tutta la catena di fornitura entro il 2020, in seguito alla pressione dell’opinione pubblica scaturita dalla campagna internazionale
“Detox” di Greenpeace.
Inditex richiederà a 20 fornitori di rivelare i valori delle emissioni delle sostanze chimiche pericolose a partire da marzo (e ad almeno 100 fornitori entro la fine del 2013), garantendo a coloro che vivono vicino alle fabbriche tessili il diritto a ricevere
informazioni corrette sugli scarichi di sostanze pericolose nell’ambiente, tra cui quelle di coloranti azoici che liberano ammine cancerogene.
L’ impegno di Zara consiste anche nel rafforzare il processo di
eliminazione degli alchilfenolestossilati dai prodotti e nel fissare ulteriori scadenze a breve termine per l’eliminazione delle sostanze chimiche pericolose prioritarie, tra cui i PFC (per fluorocarburi).
L’impegno di Zara è arrivato appena dopo nove giorni dal lancio del rapporto di Greenpeace “
Toxic Threads: The Big Fashion Stitch-Up”. Da allora oltre 315 mila persone hanno aderito alla campagna, con decine di migliaia di azioni su Facebook e Twitter, e oltre 700 persone hanno manifestato fuori dai
negozi Zara in tutto il mondo.
“I consumatori hanno il diritto di sapere come e quanto i fiumi sono inquinati dalle sostanze chimiche pericolose presenti nei nostri vestiti. L’impegno di Zara ad agire con più trasparenza è una pietra miliare nella produzione tessile e sarà la chiave di volta per convincere gli altri marchi a impegnarsi verso l’azzeramento delle emissioni di sostanze pericolose entro il 2020” afferma
Alessandro Giannì, direttore delle campagne di Greenpeace Italia.