Cemento: la "materia grigia" diventa sempre più "verde"

Migliorano le performance ambientali del settore del cemento, nel triennio 2014-2016: calo costante delle emissioni specifiche (-33,5% ossidi di zolfo SO2; -14,8% ossidi di azoto NOx; -25,3% polveri PM10).

Autore: Redazione Greencity

AITEC – Associazione Italiana Tecnico Economica del Cemento – ha pubblicato i risultati del 5° Rapporto di Sostenibilità relativo al triennio 2014-2016.
Il Rapporto rileva i dati, le azioni e i progetti in materia di sostenibilità (economica, ambientale e sociale) delle aziende associate.AITEC nel 2012 è stata tra le prime Associazioni di settore a redigere un rapporto completo relativo alla propria "impronta ecologica". Questo perché l'industria italiana del cemento ha deciso che i principi di sostenibilità debbano guidare tutte le attività, le riqualificazioni, le innovazioni e i nuovi brevetti, che hanno l'obiettivo di minimizzare l'impatto ambientale dei processi produttivi. 
Un impegno che non è mai venuto meno nonostante la situazione congiunturale degli ultimi anni abbia continuato a peggiorare: nel 2016 la produzione italiana di cemento è stata di 19,3 milioni di tonnellate, con un ulteriore calo del 7,2% rispetto al 2015. Il ridimensionamento strutturale del settore ha avuto un inevitabile impatto negativo anche a livello di addetti che nel triennio sono scesi del 13,8% (si tratta tuttavia di una diminuzione minore rispetto al calo produttivo registrato).  In questo contesto, sul fronte delle performance ambientali, particolarmente significativa risulta la riduzione delle emissioni specifiche medie (valutate per singola tonnellata di clinker). 
Tra il 2014 e il 2016 si registra infatti un abbattimento dei principali parametri emissivi-14,8% degli ossidi di azoto-33,5% degli ossidi di zolfo e -25,3% delle polveri. Questi risultati sono stati resi possibili dagli investimenti in nuove tecnologie di riduzione degli impatti che, nonostante la crisi del settore, sono ammontati a oltre 66 milioni di euro negli ultimi tre anni. Il recupero sia di materia che di energia dai rifiuti è considerata a livello europeo una delle migliori tecniche disponibili (BAT) in tema di sostenibilità. Il lento ma costante aumento dei tassi di sostituzione dei combustibili fossili e delle materie prime naturali testimonia la volontà e la capacità dell'industria italiana del cemento di aderire ai principi europei della Circular Economy.
Nel triennio considerato, si è registrato n lieve incremento del tasso di utilizzo dei combustibili alternativi, aumentato dal 13,3% del 2014 al 16,5% del 2016 (+3,2%), a fronte della rispettiva riduzione del consumo di combustibili fossili non rinnovabili. 
Siamo ancora molto lontani dalla media europea e dai livelli di utilizzo degli altri Paesi: le cementerie europee (tedesche, austriache, francesi) realizzano tassi di utilizzo elevati anche grazie a combustibili derivati dai rifiuti provenienti dal nostro Paese, dove tale pratica incontra forti opposizioni a livello locale. 
Altro dato di rilievo, che va a beneficio della tutela del territorio, è la progressiva sostituzione delle materie prime naturali con materiali derivanti da scarti di altri processi industriali. Nel 2016, questo tasso di sostituzione ha raggiunto il 6,7%, valore in linea con agli altri paesi europei. L'obiettivo è quello di ridurre il più possibile l'impatto delle attività estrattive, preservare la biodiversità e razionalizzare il consumo di risorse naturali con un uso efficiente delle risorse. 
Dal Rapporto emerge che, se il cemento è il materiale più usato al mondo dopo l'acqua, il suo uso responsabile - unito alla ricerca tecnologica e alla sostenibilità del suo processo produttivo - può contribuire fattivamente a prevenire le conseguenze dei cambiamenti climatici, proteggendo persone e ambiente. 
Il Rapporto di Sostenibilità 2016 è scaricabile nella sua versione integrale a questo link: http://www.aitecweb.com.

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