Il Commissario europeo all’energia e al clima Miguel Arias Cañete ha presentato la proposta di
nuova etichetta energetica per modificare, semplificandola, l’etichetta di televisori, frigoriferi, lavatrici, lavastoviglie, condizionatori, aspirapolveri e altri elettrodomestici.
Si tratta di tornare allo schema iniziale che prevedeva
classi di efficienza energetica dalla A alla G, differenziate per colori e senza l’aggiunta di +. La proposta di revisione verrà sottoposta al Parlamento europeo nei prossimi mesi.
“Alla vigilia della COP di Parigi, essa è un segnale importante da parte della Commissione europea riguardo alla lotta ai cambiamenti climatici - commenta
Davide Sabbadin, responsabile efficienza energetica Legambiente - la scomparsa dei vari + dopo la A, che mettevano confusione al consumatore, è una vittoria del buon senso verso la chiarezza e la semplificazione. L'altra grossa novità è la creazione di un database unificato per tutti i prodotti immessi nel mercato europeo. Non è visibile al consumatore ma consentirà alle autorità statali di controllo una maggiore collaborazione e una facilità molto superiore nella verifica della veridicità delle etichette.Purtroppo - aggiunge Sabbadin - c’è una nota dolente: nell’ultima versione del testo è saltata l’introduzione in etichetta del costo dei consumi dell’elettrodomestico nell’arco della sua vita. Un’indicazione che avrebbe consentito di valutare la spesa reale legata all’acquisto di un prodotto, sommando al costo dell’acquisto anche quello dei consumi a venire. Si sarebbe reso così palese che spesso chi meno spende più spende e viceversa. Speriamo che venga introdotta in etichetta almeno l’indicazione obbligatoria della durata di vita minima dei prodotti, che al momento è ancora solo un’ipotesi”.
Legambiente auspica , inoltre, che il passaggio alla nuova etichetta venga fatto il prima possibile da produttori e rivenditori
per minimizzare il rischio di mandare in confusione i consumatori. Da questo punto di vista, la previsione di una sola settimana per il passaggio da vecchia a nuova etichetta, prevista nel testo presentato oggi, pare poco realistica. Come lasciano presagire anche i risultati del progetto
MarketWatch di Legambiente che, nel 2014, su 2522 prodotti controllati nei punti vendita italiani ha riscontrato che solo il 59% era correttamente etichettato e il 20% era mancante di etichetta, nonostante questa sia in vigore da 15 anni.
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