Nel 2025 il
24% degli immobili in vendita e il
21% del patrimonio immobiliare italiano sarà energeticamente efficiente. Dal punto di vista energetico il
52% delle nostre case si troverà almeno in una condizione
adeguata, avendo magari subito riconversioni, profondi mutamenti strutturali o sostanziali riqualificazioni, anche
ambientali e d’uso.
Secondo un’analisi condotta da
Immobiliare.it è già in essere una
mutazione genetica del “sistema-casa”, tanto per gli aspetti economici, quanto per l’architettura e il valore simbolico dell’abitazione nella società. La ripresa del mercato immobiliare, e il miglioramento dell’offerta, partiranno proprio da qui.
Se pensiamo che, nel 2015, solo il 33% degli immobili residenziali in vendita può vantare un adeguato status energetico (classi A, B, C, D), è evidente come questo dato sia un ostacolo per la ripresa del mercato immobiliare: gli immobili energivori sono quelli meno appetibili e nei prossimi diventeranno sempre più difficili da vendere; gli immobili efficienti hanno già oggi tempi di vendita più brevi (
-18% rispetto a immobili oltre la classe D) e valori di mercato maggiori (
+12% del prezzo richiesto).Mentre l’Unione Europea ha richiesto a tutti i Paesi membri di impegnarsi a realizzare, entro il 2020, solo edifici a
energia quasi zero (NZEB, Near Zero Energy Buildings), sugli edifici già esistenti
riqualificare diventerà un imperativo categorico: da un lato per dare nuovi impulsi al mercato delle compravendite, dall’altro per offrire opportunità lavorative al comparto dell’edilizia. Senza contare che il miglioramento degli immobili già esistenti in quartieri in cui è presente una rete di servizi pubblici (strade, mezzi pubblici, ospedali, scuole…) evita la creazione di cattedrali nel deserto, e di ingigantire il cosiddetto “
sprawl”, la dispersione urbana.
«
Fenomeno nato negli anni Settanta e che ha caratterizzato fino agli inizi degli anni Duemila la scelta preferenziale degli italiani – spiega l’
architetto Giovanni La Varra dello studio Barreca&La Varra e docente presso l’Università di Udine
– la disordinata crescita delle periferie delle grandi città ha lasciato un enorme patrimonio dismesso alle frange delle metropoli. In aggiunta alla crisi dell’edilizia mista (casa-lavoro) e ai borghi in abbandono, un terzo dell’Italia si sta svuotando e assistiamo al ritorno degli abitanti dentro le città più grandi.»
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Arriva in Italia Bespoke AI Combo, la...
Octopus Energy lancia gli “Energy Break” per...
Case Green: da Harley&DIkkinson e Agos una...
Gruppo Tecnocasa: è il trilocale la tipologia...
Riscaldamenti, Osservatorio Segugio.it : il...
Energia: riscaldamenti, da ENEA 10 consigli sul...