Basta inserire in un qualsiasi motore di ricerca la parola
Green IT e scorrere velocemente le numerose risposte che ne risultano per rendersi conto di quanto l'argomento sia di grande attualità, e come il ruolo dell'industria IT sia cruciale per la sostenibilità ambientale. Questa semplice operazione, quella di effettuare una ricerca, per esempio su Google, equivale all'utilizzo di una lampadina a basso consumo per circa 1 ora. Nell'ambito IT gli esempi di questo tipo si sprecano: una Cpu scalda e consuma per centimetro quadrato più di quanto scalda e consuma un ferro da stiro per cm quadrato.
Nelle analisi di settore emerge che
l'intera industria informatica contribuisce al 2% delle emissioni globali di CO2 del pianeta, senza contare le circa
6 milioni di tonnellate di rifiuti elettronici prodotti in un anno di cui l'11% deriva direttamente dal questo mercato. Numeri che evidenziano quanto sia importante operare in termini di miglioramento dell'efficienza energetica dell'IT, un risvolto che si traduce anche in risparmio della bolletta energetica, che oggi "pesa" parecchio sui bilanci aziendali e sul consumatore finale.
Il paradosso dell'IT è che pur essendo un'azienda altamente inquinante, al pari dell'industria aerea, se utilizzata in maniera consapevole e corretta può dare un contribuito importante in termini di risparmio energetico. Nel valutare il ruolo giocato dall'IT in termini Green, però, è importante prendere in considerazione la fetta consistente del restante 98% (e non solo il 2% di incidenza sulle emissioni globali di CO
2) , in quanto è qui che l'IT con la sua pervasività può giocare un ruolo fondamentale.
Per agire in termini di riduzione dei consumi entrano in gioco diverse tecnologie, ma è abbastanza scontato dire che bisogna partire dai data center senza confinare le operazioni di intervento solo in quest'ambito; per quanto questo sia un tassello importante nella strategia Green IT, infatti, è un punto da cui cominciare, su cui è facile costruire business case, ma non rappresenta l'unica area di intervento.
[tit:Un ruolo di primo piano]
Il ruolo cruciale del settore IT per la sostenibilità ambientale è confermato da un'indagine internazionale di
IDC, secondo cui il 42% degli intervistati conferma l'elevata importanza del'IT nell'ambito delle azioni messe in atto per ridurre l'impatto ambientale. Quest'industria, infatti, può influire in modo trasversale su molti altri settori produttivi e commerciali con un forte impatto anche sui consumatori, contribuendo così a creare un nuovo modo di operare. Dall'indagine risulta anche che il 33% del campione valuta positivamente il fatto che il fornitore IT si fregi dell'etichetta green e che la motivazione principale per cui ci si orienta verso un fornitore Green non è di tipo normativo ma fondamentalmente di tipo economico.
Esistono degli ostacoli oggettivi all'affermazione del Green IT che vanno superati: mancano metriche specifiche, non sono disponibili business case solidi, esistono barriere organizzative (per esempio tra chi gestisce il data center e chi si occupa degli acquisti). Oggi, infatti, muoversi correttamente in ottica Green significa prendere in considerare il tema in fase di definizione della strategia aziendale, utilizzando il contributo dell'ICT a tutto tondo. È consigliabile adottare un approccio pragmatico, ma sistemico per attivare un circolo virtuoso, analizzare e misurare secondo parametri di valutazione green, prendendo spunto anche da differenti iniziative realizzate in quest'ambito, che prevedono diversi modelli di consumo e comportamento.
[tit:Le diverse facce del problema]
Le declinazioni del Green IT sono molteplici, ma possono ricondursi a due direttrici principali:
quella del Risparmio Energetico e quella Compliance. Il primo è a tutti gli effetti l'aspetto chiave, che ruota intorno al tema della gestione dei data center, o meglio alla governance dei sistemi informativi, in termini di razionalizzazazione e ottimizzazione dei costi energetici, mentre l'aspetto della compliance prende in considerazione l'adeguamento alle normative relative allo smaltimento e al riciclaggio dei dispositivi elettronici. A queste due macro tematiche se ne possono poi aggiungere diverse altre. Oggi "essere verde" in termini di immagine, significa assegnare un'etichetta di "responsabilità sociale" all'azienda, che automaticamente entra nella schiera delle organizzazioni attente all'ambiente, con tutti i riflessi positivi che ne derivano. E ragionare in ottica green potrebbe significare anche andare sviluppare nuovi filoni di business.
[tit:Data center e dintorni]
Uno studio recente a cura della U.S. Environmental Protection Agency, presentato al Congresso statunitense (fonte: Osservatorio Unisys 2008), rileva come il
consumo energetico nei data center americani sia praticamente raddoppiato fra il 2000 e il 2006, pesando per l'1,5% sul consumo totale degli Stati Uniti, situazione che potrebbe proseguire entro il 2011. Se questa tendenza non sarà controllata e contenuta potrebbe comportare una crescita esponenziale dei costi operativi oltre che a episodi di insufficienza energetica. Per evitare l'impatto dovuto a un utilizzo incontrollato delle risorse energetiche a livello di data center, le aziende dovranno investire in modo significativo nelle soluzioni di Green IT.
L'esigenza di ottimizzazione e lo sviluppo di tecnologie 'Green' è confermato anche da
Gartner che ha inserito il Green IT tra i principali trend del 2008.
I data center dovranno integrare strutture energetiche migliori, soluzioni storage più performanti, server basati su processori multi-core e ricorso a tecniche di virtualizzazione. Questi ultimi due aspetti sono in grado di ridurre da un lato il numero dei sistemi che richiedono un'alimentazione separata, e dall'altro di aumentare l'efficienza delle operazioni attraverso la suddivisione dei task fra e nell'ambito di processori multipli in ogni server.
[tit:Stato dell'arte]
Il management delle aziende sta maturando la volontà di dare un contributo al tema della compatibilità ambientale. Si può dire che oggi è finita la prima ondata del Green IT, quella che potrebbe essere definita la fase 1.0, caratterizzata da luoghi comuni, molta emotività, in cui il driver principale era il costo. Si inizia a sentire l'influenza di nuove leggi e regolamentazioni locali e internazionali. Per trattare il tema bisogna capire come governare e gestire i sistemi informativi e come governare le infrastrutture e le applicazioni. Bisogna agire in termini di architetture (virtualizzazione, grid computing, ...), selezionare i fornitori con nuovi criteri, rispettare le normative e gli standard, creare nuove figure e competenze. Occorrono inoltre nuovi strumenti di misurazione dell'impatto e della sostenibilità ambientale. È importante avere una visione completa, come si suol dire oggi end-to-end, e risulta di fondamentale importanza che vi sia uno sforzo congiunto tra domanda e offerta.
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