La crisi degli impollinatori mette a rischio biodiversità, ecosistemi e sicurezza alimentare umana. Per scongiurarla, è necessario offrire ad api e farfalle l’habitat che non trovano più: i prati fioriti. Un progetto europeo coordinato dall’
Università Ca’ Foscari Venezia mette
assieme partner attivi nel territorio di Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Aragona per creare vere e proprie infrastrutture verdi.
Si tratta di
una rete di aree naturali e seminaturali pianificata a livello strategico con altri elementi ambientali, progettata e gestita in maniera da fornire un ampio spettro di servizi ecosistemici.
Con un budget di
3,2 milioni di euro, il progetto realizzerà interventi di miglioramento degli habitat anche lungo il Passante di Mestre, in collaborazione con Concessioni Autostradali Venete (Cav spa), tra i partner del progetto. Gli altri partner di Ca’ Foscari in PollinAction sono: Regione Autonoma Friuli-Venezia Giulia - Direzione centrale risorse agroalimentari, forestali e ittiche, Servizio Biodiversità; Regione del Veneto – Direzione Agroambiente, programmazione e gestione ittica e faunistico venatoria; Agenzia veneta per l’innovazione nel settore primario – Veneto Agricoltura; Comune di Caldogno (VI); Centro de Investigación y Tecnología Agroalimentaria de Aragón (Spagna); ALBATROS S.r.l.; EcorNaturaSì SPA; SELC soc. coop.).
La crisi degli impollinatori
Gli impollinatori sono insetti che, trasportando il polline, consentono la
riproduzione dell’80% delle piante. La piattaforma intergovernativa su biodiversità e servizi ecosistemici (IPBES) calcola che oltre il 40% degli insetti impollinatori, principalmente api e farfalle, sia a
rischio estinzione a causa del degrado ambientale e della scomparsa del loro habitat più importante.“Il declino degli impollinatori è influenzato da diversi fattori come aumento dei prodotti chimici, parassiti e malattie - spiega Gabriella Buffa - tuttavia, la ricerca è abbastanza concorde nell’indicare il degrado ambientale e la
perdita di habitat naturali e semi-naturali come la principale minaccia. Gli insetti in questi habitat trovano polline, nettare, siti di nidificazione e svernamento. Quindi è l’azione umana al momento il problema principale: consumo di suolo, urbanizzazione e intensificazione dell’agricoltura”.
La perdita degli insetti produrrà a cascata la scomparsa delle piante selvatiche (estinzione a cascata, o estinzione secondaria) con ripercussioni sul
funzionamento degli ecosistemi naturali. Anche la
produzione agricola ne risentirà, minacciando così la sicurezza alimentare per gli esseri umani e la fauna selvatica, nonché la stabilità economica.
Le infrastrutture verdi
Le soluzioni proposte seguono un approccio innovativo. Il progetto realizzerà
infrastrutture ‘verdi’ ispirate e sostenute dalla natura. Si tratta quindi di opere sostenibili e a vantaggio della
resilienza dei territori coinvolti, tra cui 6 comuni che hanno messo a disposizione aree, 11 aziende agricole, due apicoltori in Spagna, sei aree ad agricoltura estensiva in Friuli-Venezia Giulia ed il
Passante di Mestre.“Le ‘
green infrastructure’ - aggiunge Gabriella Buffa - sono un approccio nuovo, soprattutto nel sud Europa dove sono state prevalentemente messe in atto in territori dove la pressione antropica è bassa e quindi pochi sono i potenziali beneficiari. PollinAction prevede l’implementazione di queste opere in territori molto complessi dal punto di vista socio-economico, cioè aree rurali e urbane”.
Numeri e network del progetto
Per aumentare le fioriture campestri
saranno convertiti 200mila metri quadrati di seminativi in prati fioriti, migliorati 2,6 milioni di metri quadri di praterie esistenti, realizzati corridoi ecologici su 30 chilometri di strade, oltre a 3,5 km di siepi campestri. Il Centro di Montecchio di
Veneto Agricoltura e il Vivaio regionale in Friuli-Venezia Giulia produrranno 385mila piantine in totale, tra erbe ed arbusti, e 150 chilogrammi di sementi di fiori selvatici.
Porranno terreni a disposizione del progetto inoltre numerosi sostenitori esterni: i Comuni di Carceri (PD), San Bellino (RO), Cartigliano (VI), Mirano (VE), Chiopris-Viscone (UD), Palmanova (UD), Montereale Valcellina (PN), Villesse (GO); l’Associazione tegliese Prati delle Pars Teglio V.to (VE); l’associazione Apicola Provincial de Jovenes Agricoltores de Teruel (E) e, in Friuli, la Riserva di caccia di Spilimbergo (PN).
Molte realtà, privati e aziende, hanno già espresso l’intenzione di replicare le azioni di PollinAction. Tra gli esempi più importanti, l'azienda FIENILNUOVO 1644, un caseificio di Mantova che produce parmigiano. Per loro è stato creato dunque un gruppo speciale, i PollinACTORS, in grado di attivare e distribuire in un territorio ampio le sperimentazioni del progetto, garantendo un impatto rilevante e duraturo.
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