Indagine KRUK sullo shopping natalizio: meno consumi dovuti al clima di "permacrisi"
Pubblicato il: 20/12/2022
Autore: Redazione GreenCity
La lista dei doni si ritira e per la prima volta nelle indagini KRUK, c’è chi rinuncia ai prodotti alimentari premium sulla tavola delle feste.
Arriva il Natale 2022 che, dopo 3 anni segnati da pandemia e caro energia, sembra portare con sé il caro vecchio buon senso, almeno stando ai dati emersi dall’ultima indagine di KRUK Italia l’esperto del credito che gestisce tutta la filiera del debito, sia lato privati che lato aziende e banche.
Se nel Natale 2020 si temeva il ‘Panic Saturday’, la corsa allo shopping incosciente per i ritardatari il sabato prima della vigilia, mentre nel 2021 ci si preoccupava del ‘revenge Christmas’ con spese sconsiderate per regali e festeggiamenti da fare in una ritrovata socialità dopo i periodi di lockdown alternato, il Natale 2022 sembra fare eco alla parola dell’anno: ‘permacrisi’, che significa crisi permanente caratterizzata da un susseguirsi e sovrapporsi di emergenze, e che pare aver risvegliato nei rispondenti al sondaggio il senso della misura in una congettura economica sfavorevole.
Stando ai dati emersi dall’indagine KRUK Italia il campione sente di avere meno potere di acquisto rispetto al Natale 2021 (42%), perché in generale è tutto più caro (44%) e perché a causa dei rincari si è più vincolati a saldare rate di finanziamenti, bollette e spese dilazionate a causa della minore disponibilità (30%). Non è un caso, infatti, che per gli acquisti di Natale il 23% intende utilizzare il nuovo metodo di rateizzazione senza tassi aggiuntivi – il Buy Now Pay Later (Prendi ora e Paga poi) anche se il 14% lo utilizzerà per importi superiori ai 200€.
Quello che però sorprende dai dati emersi è che le rinunce per questo periodo di feste sono maggiori rispetto agli anni passati – se da una parte è verosimile che il campione rinunci a spendere denaro per vacanze ai Caraibi (52%) o andare a sciare (34%), lo è meno rinunciare ai prodotti food&beverage premium come Champagne, Caviale, Aragosta e Tartufo (25%). Eppure quest’anno anche la tavola delle feste risente del caro vita.
Addirittura i regali, protagonisti indiscussi del Natale 2021, quest’anno saranno meno in numero ma più pensati (41%) e fatti con criteri selettivi evitando cognati/suoceri/colleghi o simili (14%).
“Questo ritrovato senso della misura trasferisce un buon segnale da parte di una popolazione che si rende conto oggi, più degli ultimi due anni, della situazione economica. È tuttavia importante non ‘tirare troppo la cinghia’, il dato sul risparmio anche a tavola ci indica che il campione sta andando in questa direzione, ma secondo la nostra lunga esperienza nella gestione dei debiti dei clienti privati è importante, anche, concedersi piccoli sfizi per non perdere il controllo dopo un periodo di troppe privazioni.” Suggerisce Simona Scarpa, Field Manager di KRUK Italia.La lettura di questa indagine, secondo l’esperto del debito KRUK Italia, è quindi positiva ma il consiglio è, in generale, di proseguire a gestire le proprie entrate con buon senso evitando esagerazioni sia nelle spese sia nei risparmi troppo eccessivi.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
L’Avvento in Carinzia: mercatini dalle...
Arezzo Città del Natale: si rinnova...
Green4Life: si conclude l’iniziativa di Airbank...
Jesolo: il Villaggio di Natale inizia a...
I Giardini di Castel Trauttmansdorff si...
Passeggiando tra le colline delle Langhe: il...