Il pianeta Terra ospita una straordinaria diversità di ambienti naturali, che si estendono in modo significativo nelle diverse regioni geografiche e hanno un impatto profondo sul linguaggio. Ogni lingua è infatti influenzata dall’ambiente nel quale si sviluppa ed evolve: proprio per questo, nel corso dei secoli, sono stati coniati termini ed espressioni per descrivere le molteplici manifestazioni degli elementi naturali.
In occasione dell’inizio della stagione estiva, periodo nel quale si è soliti trascorrere più tempo all’aria aperta e l'interazione con la natura diventa ancora più importante, gli esperti di Babbel, la piattaforma per l’apprendimento delle lingue che offre lezioni su app e live, hanno sviluppato un viaggio interculturale alla scoperta delle parole più originali e curiose da tutto il mondo legate alla natura, allo scopo di favorire un’estate stress-free all’insegna del benessere interiore e del relax assoluto.
“Apprendere i termini relativi alla natura può aiutare non solo a trovare nuove inaspettate modalità per entrare in contatto con l’ambiente che ci circonda, ma anche ad avvicinarci a culture differenti. Le pratiche e le tradizioni provenienti da altre parti del mondo, rispecchiate anche nella lingua, possono ispirare una maggiore “eco-consapevolezza” e, conseguentemente, darci l’occasione di rinnovare continuamente il rispetto verso la natura” ha commentato Gianluca Pedrotti, Principal Learning Content Editor di Babbel di Babbel.
Immersi nel verde
La contemplazione della natura e i benefici a livello fisico e mentale che ne derivano hanno dato origine ad un ampio repertorio di termini in molte lingue, evidenziando l’importanza dell’equilibrio nel rapporto tra le persone e l’ambiente circostante, fondamentale per un’elevata qualità della vita.
- Waldeinsamkeit: composta dalle parole “Wald” (“foresta”) e “Einsamkeit” (“solitudine”), questa espressione descrive la “solitudine da foresta”. Tuttavia, secondo gli esperti di Babbel, la solitudine in questo contesto non deve essere intesa in modo negativo: piuttosto, rappresenta un allontanamento rigenerante e volontario dalla vita urbana per ristabilire una connessione profonda con la natura e distaccarsi dalla frenesia della quotidianità.
- Gökotta: questa parola svedese, composta da “gök” (“cuculo") e “otta” (“mattino presto”), può tradursi letteralmente come “cucù del mattino”. L’origine di questa pratica risalirebbe ad un’antica tradizione che prevedeva, nel giorno dell’Ascensione, di alzarsi all’alba per andare nei boschi e ascoltare il canto del cuculo che annunciava la fine dell’inverno e l’inizio della primavera, la stagione tradizionalmente associata con la rinascita. Il “Gökotta” consente a chi lo pratica di sentirsi rivitalizzato e di iniziare la giornata con il piede giusto, godendosi la tranquillità delle prime ore del mattino.
- Kachoufugetsu (花鳥風月): in Giappone, questo “yoji-jukugo” (composto da quattro caratteri kanji consecutivi per formare un’espressione idiomatica) cattura la bellezza totalizzante della natura. Costituita da “fiore”, “uccello”, “vento” e “luna”, questa parola permette a chi la utilizza di dipingere nella mente dell’ascoltatore un quadro idilliaco: rappresenta, infatti, la possibilità di esplorare la propria identità attraverso lo stretto contatto con l’ambiente naturale, suggerendo che “connettersi con la natura permette di scoprire qualcosa di più su se stessi” (questa la parafrasi dell’espressione).
- Mono no aware (物の哀れ): si tratta di un’altra espressione giapponese legata alla profonda relazione con l’ambiente naturale; la sua traduzione letterale tuttavia, rischia di banalizzare il concetto. Sebbene possa essere tradotta come “la commozione o lo stupore di fronte alle cose”, essa descrive in realtà un sentimento molto più complesso: viene infatti utilizzata per descrivere la forte partecipazione emotiva che si prova nei confronti della bellezza della natura e la conseguente sensazione di serena malinconia causata dalla caducità delle cose terrene. Per esempio, si può provare questa emozione di fronte ad un bel tramonto, quando si percepisce contemporaneamente sia la sua bellezza sia la sua inevitabile transitorietà.
La forza evocativa dell’acqua
Centrale per il benessere psico-fisico grazie al potere rigenerante, l’acqua è tra gli elementi che hanno trovato una maggiore fortuna nelle lingue del mondo.
- Petrichor: in inglese si utilizza questo termine per descrivere l’odore della pioggia dopo un lungo periodo di siccità. Sebbene possa sembrare appartenere ad un’epoca lontana, essendo composta dalle parole in greco antico per “roccia”/”pietra” - “πέτρα”/ πέτρος” - e “icore”, il sangue delle creature immortali” - “ἰχώρ”), il termine è stato in realtà coniato negli anni ‘60 dagli scienziati australiani I. J. Bear and R. G. Thomas, i quali hanno formulato una spiegazione scientifica di questo fenomeno naturale: l’odore così singolare e riconoscibile è il risultato di una combinazione di sostanze di origine batterica e di particolari oli prodotti dalle piante, che impregnano il suolo nei periodi asciutti.
- Hoppípolla: questo neologismo islandese, popolarizzato dalla band islandese Sigur Rós, significa letteralmente “saltare nelle pozzanghere” e nasce dall’unione del verbo “saltare” (“hoppa”) con il sostantivo “poll”, cioè “pozzanghera, stagno”. È interessante notare la somiglianza con la lingua inglese - più specificatamente con il verbo “to hop” (traducibile come “saltellare”) e il sostantivo maschile “pool” (traducibile come “piscina”) o “puddle” (“pozzanghera”) – dovuta alla distante origine comune delle due lingue germaniche.
- Gurfa (:غرفة): questo termine arabo, traducibile come “una manciata”, o più specificamente come “la quantità d’acqua che si può tenere nel palmo d'una mano”, indica un’unità di misura metaforica. In altre parole, si fa riferimento ad una metodologia di misurazione soggettiva: ogni mano può contenere una quantità d’acqua diversa, dalla piccola mano di un bambino a quella di una persona adulta; la quantità d’acqua diventa così un’allegoria dell’esperienza accumulata nel corso della propria esistenza.
La serenità della luce e dell’aria
La luce naturale accompagnata da una boccata d’aria fresca è estremamente benefica per l’organismo. Questi due elementi stimolano il rilascio di endorfine, che a sua volta genera una sensazione di serenità e di pace interiore.
- Komorebi: questo termine giapponese descrive la luce del sole che filtra tra le foglie degli alberi ed è composto da tre caratteri: 木 (ko), “albero”, 漏れ (more), “evasione”, e 日 (bi), “luce del sole”. Quest’espressione evoca un senso di benessere interiore e di pace in un momento breve ma intenso di immersione nella natura in una giornata di sole.
- Psithurism: adattamento inglese del sostantivo onomatopeico in greco antico “ψιθύρισμα” (“sussurro”), questo termine, ormai poco diffuso e difficile da tradurre in italiano, può essere interpretato come “il suono del vento attraverso i rami degli alberi”. La magia dei suoni della natura, tra cui ad esempio quello del fruscio del vento, da sempre affascina le persone, tanto da richiedere la creazione di una parola in grado di raffigurare questo fenomeno suggestivo.
- Uitwaaien: nei Paesi Bassi è usanza “correre nel vento” per rinvigorire lo spirito e rafforzare il corpo. Quale nazione più indicata per questa pratica se non questa, considerata la sua particolare morfologia caratterizzata da un vasto territorio piatto e privo di ostacoli naturali, dove il vento soffia forte, tanto da essere diventato un elemento chiave della vita degli olandesi.
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