Che vinca la politica sulla conservazione, è questa la forte la preoccupazione del WWF Italia per lo smembramento amministrativo e delle competenze del Parco Nazionale dello Stelvio deciso ieri. Il parco con questa decisione viene sostanzialmente declassato a parco interregionale ed è fortissimo il rischio di perdere una strategia unitaria. Questo è il primo passo verso un frazionamento che va nella direzione opposta di quanto servirebbe. Lo Stelvio doveva essere il fulcro di un grande parco transnazionale, unito nella strategia di gestione e negli obiettivi di conservazione anche con il parco svizzero dell'Engadina e questo non solo non è avvenuto ma addirittura il
parco viene frazionato.
Le necessità di
conservazione di un importante parco nazionale avvallate anche dalle richieste della comunità scientifica sono di segno opposto, cioè di coordinare e gestire in modo maggiormente coerente, anche sul piano amministrativo, le aree protette e le Alpi in generale.
Lo smembramento e dunque l'
affidamento delle competenze alle Province autonome, alla Regione Lombardia in collaborazione con i Comuni potrebbe garantire si finanziamenti più sicuri ma aumenterebbero i pericoli per il paesaggio, il consumo del suolo, l'attività venatoria vista la maggiore pressione a cui sono sottoposti gli enti locali da parte del territorio. Ma solo la coerenza di una
gestione unitaria può tutelare adeguatamente l'immenso patrimonio di un parco nazionale che insiste in una delle eco regioni, quella alpina, tra le più ricche di biodiversità dell'intero pianeta.
Lo smembramento del Parco nazionale dello Stelvio è un pericoloso precedente anche per gli altri parchi, pur essendo la sua una situazione particolare
E' necessaria una attenzione assoluta e una assunzione di responsabilità personale da parte del
Ministro Prestigiacomo perché questo non accada. E' inoltre totalmente mancato un momento di confronto con tutti gli interlocutori interessati, Comuni, Comunità di Valle, Provincie, Ministero dell'Ambiente, APT, associazioni di categoria e ambientali, operatori economici, istituti scientifici e università, cittadini, forze politiche per individuare le criticità dell'attuale gestione del Parco e porvi rimedio.
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