Roma chiama Cancun: lo Studio presentato oggi nella Capitale dimostra come per l'Italia sia a portata di mano il
raggiungimento degli obiettivi fissati dall'UE al 2020, e che alzare il target da -20 a -30%, come proposto dalla Commissione, sia per il nostro Paese un obiettivo fattibile e, soprattutto, decisamente vantaggioso per le imprese e i cittadini.
Insomma, invece di mettersi di traverso, per una volta l'Italia può fare la "prima della classe" e schierarsi a favore di un maggiore
impegno ambientale e climatico da parte dell'Ue, che può risultare decisivo per giungere a un accordo nella
Conferenza sul Clima in corso a Cancun.
Di efficienza energetica e di cambiamenti climatici si è discusso oggi a Roma nel corso del convegno "
Efficienza energetica: le aziende italiane alla sfida del clima, promosso da AzzeroCO2 in collaborazione con Legambiente e Kyoto Club", durante il quale è stato presentato uno studio realizzato dall'
Istituto di ricerche Ambiente Italia.
All'incontro hanno partecipato imprenditori e politici e, tra gli altri,
Edoardo Zanchini (
Legambiente),
Gianni Silvestrini (
Kyoto Club),
Massimo Beccarello (
Confindustria),
Antonio D'Alì (
Presidente Commissione Ambiente Senato),
Roberto della Seta (
Capogruppo PD, Commissione Ambiente Senato),
Carlo Manna (
responsabile Centro Studi Enea),
Francesco Ferrante (
vicepresidente Kyoto Club),
Beppe Gamba (
presidente AzzeroCO2).
I risultati dello studio.
Intervenendo con politiche e incentivi per migliorare l'efficienza energetica in alcuni settori strategici - edifici, impianti termici per riscaldamento, raffrescamento, produzione di acqua calda sanitaria, azionamenti elettrici, autoveicoli e bike sharing - è possibile raggiungere una riduzione dei consumi energetici di circa 9Mtep e, soprattutto, delle emissioni di CO2 di 28Mt entro il 2020.
Tutto ciò attraverso interventi che, oltretutto, si ripagano da soli perché sulla base della spesa ipotizzabile, dei tempi di vita utile degli interventi e del mancato costo di acquisto dell'energia, il saldo dell'operazione risulta positivo, con un attivo di 16 miliardi di Euro.
Per quanto riguarda invece gli
obiettivi che l'Italia deve raggiungere al 2020 in termini di
emissioni di CO2, con la crisi economica si può stimare che già a partire da quest'anno si è toccata la quota obiettivo fissata dall'Unione Europea.
Per il nostro Paese diventa quindi strategico evitare che risalga la curva delle emissioni una volta usciti dalla crisi, mentre ancora più interessante diventa la possibilità per l'Italia di un passaggio degli obiettivi europei al 2020 a -30%. Infatti, il contributo degli interventi previsti in questo studio, che pure rappresenta solo una parte di quelli possibili, è pari al 68% della riduzione che sarebbe richiesta per passare da -20 a -30%. Inoltre, gli interventi ipotizzati rendono più facile raggiungere gli obiettivi di sviluppo delle rinnovabili previsti per l'Italia al 2020, proprio perché il 17% di contributo delle energie pulite si calcola rispetto ai consumi finali, che a quel punto sarebbero inferiori.
Dagli interventi degli imprenditori è emerso poi il dato positivo secondo il quale proprio le aziende italiane sono in grado di intervenire in tutti i settori dove è più importante agire e in cui sono possibili i risultati maggiori, con significative opportunità di sviluppo sia in Italia che all'estero: nella riqualificazione del patrimonio edilizio (2 milioni di interventi sulle strutture edilizie opache e oltre 600.000 interventi sulle strutture edilizie trasparenti), sugli impianti di riscaldamento e raffrescamento degli ambienti, nella produzione di acqua calda sanitaria (la sostituzione di 3,5 milioni di caldaie, 1 milione di condizionatori, 5 milioni di boiler elettrici), nell'illuminazione pubblica (con la sostituzione 4,5 milioni di lampade al mercurio), nella sostituzione di 3,5 milioni di autoveicoli e nello sviluppo del bike sharing, nella sostituzione degli azionamenti elettrici (1,5 milioni di interventi).
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