"Sosteniamo con convinzione l'
azione del prefetto che finalmente ha riportato la legalità in una
zona di grande valore ambientale, una delle prime
aree marine protette del Paese sfregiata da
costruzioni abusive senza tenere minimamente conto delle regole".
Così
Franco Falcone, direttore di Legambiente Calabria, commenta l'
abbattimento delle villette abusive sull'isola di Capo Rizzuto, stabilito dal
prefetto Vincenzo Panico.
"Una
battaglia, quella contro l'abusivismo – ha aggiunto Falcone - che il Comune aveva già intrapreso senza, purtroppo, uscirne vittorioso visto che le gare bandite per l'assegnazione dei lavori andarono deserte. Ora dalla prefettura arriva un messaggio inequivocabile di ferma l
otta all'illegalità e
contro l'abusivismo edilizio, una pratica fin troppo diffusa nel nostro territorio che non risparmia neppure i luoghi protetti. Ci auguriamo che questa demolizione sia d'esempio per i tanti altri abusi sparsi per la regione che da anni attendono l'intervento delle ruspe e un monito ascoltato in grado di scoraggiare altri futuri abusi, verso i quali é necessario continuare a vigilare".
Legambiente ricorda che con 561 infrazioni accertate dalle Forze dell'Ordine, 606 persone denunciate o arrestate e 273 sequestri effettuati, nel 2010 la Calabria era la terza regione d'Italia per cemento illegale sulle coste e che solo nell'area marina protetta di Isola Capo Rizzuto sono state contate oltre 800 villette abusive.
"Ci appelliamo ai cittadini dell' Isola perché si schierino apertamente dalla parte della legalità - dichiara
Antonio Tata, presidente del circolo Legambiente di Crotone - Solo se riscattiamo il nostro territorio dallo scempio edilizio e dagli interessi della criminalità, possiamo puntare su una prospettiva di sviluppo economico duraturo basato sulla qualità turistica che porti finalmente beneficio alla collettività".
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