Neutrini, partita la caccia sotto il Gran Sasso
Pubblicato il: 29/03/2011
Autore: Franco Cavalleri
È entrato in funzione oggi, nei Laboratori del Gran Sasso, ICARUS, il più grande rivelatore di neutrini ad argon liquido di tale tipo mai realizzato.
È entrato in funzione oggi, nei Laboratori del Gran Sasso, ICARUS, il più grande rivelatore di neutrini ad argon liquido di tale tipo mai realizzato. Progettato dal premio nobel Carlo Rubbia. ICARUS (acronimo che sta per Imaging Cosmic and Rare Underground Signals) è frutto di parecchi anni di ricerca che hanno coinvolto numerosi laboratori e dipartimenti universitari italiani ed internazionali nello sviluppo di una tecnologia unica al mondo. È entrato gradualmente in funzione a partire dal 27 maggio 2010. Composto da due moduli a forma di parallelepipedo, ognuno di circa 200 metri cubi di capacità, e contenenti 600 tonnellate di argon liquido ultrapuro attraversati da una fitta rete di 54.000 sottilissimi fili d'acciaio inossidabile, ICARUS consentirà di rilevare tracce delle particelle ionizzanti prodotte dai raggi cosmici e dai neutrini che dal CERN di Ginevra raggiungono i laboratori del Gran Sasso, attraversando la crosta terrestre per oltre 700 chilometri. In questo modo, l'esperimento potrà studiare il fenomeno dell'oscillazione del neutrino, ma sarà allo stesso tempo in grado di rivelare e studiare i neutrini provenienti dal Sole, i neutrini atmosferici.
Studiare i neutrini può portare a grandi sviluppi nella conoscenza dei meccanismi che regolano l'universo, ma anche apre possibilità nel capo dell'energia. Queste particelle trasporterebbero, infatti, l'energia rilasciata da una supernova al momento della sua esplosione. Catturarle permetterebbe di avere a disposizione una fonti di energia praticamente perenne. I neutrini sono particelle ancora sconosciute, il cui studio è piuttosto recente – una ventina di anni o poco più. La storia di ICARUS inizia, infatti, nel 1987, presso il CERN di Ginevra, quando viene testato per la prima volta, con successo, l'uso dell'argon liquido come campo di misura del neutrino. Una volta accertato l'esito positivo dell'esperimento a livello fisico, il laboratorio entra in contatto con l'industria per la realizzazione di prototipi di dimensioni sempre maggiori. Nel 1996 Air Liquide, leader mondiale nella produzione e distribuzione di gas industriali e medicali, inizia la sua collaborazione con l'INFN ed i laboratori di ricerca coinvolti, contribuendo alla realizzazione dei prototipi: il 10 tonnellate risalente al 1999, il 300 tonnellate nel 2001 e l'attuale da 600 tonnellate di argon liquido. Air Liquide interviene nella progettazione e costruzione del criostato e degli impianti criogenici, nella fornitura dell'argon liquido contenuto nel criostato, e nell'azoto liquido utilizzato per il raffreddamento ed il mantenimento delle basse temperature. «Siamo orgogliosi di essere presenti quest'oggi all'inaugurazione dell'esperimento ICARUS, che apre scenari di ricerca estremamente interessanti e stimolanti per la fisica a livello mondiale. L'inaugurazione di una tecnologia unica al mondo che consente di catturare e studiare queste particelle ancora sconosciute, è un progresso per l'umanità e motivo di soddisfazione per tutti coloro che hanno contribuito a tale risultato", afferma Rocco Pedatella, dirigente dell'azienda e Coordinatore del Progetto ICARUS per Air Liquide. «La Ricerca e Sviluppo costituisce d'altro canto una parte fondamentale dell'attività di Air Liquide in Italia e nel mondo. Nel nostro Paese sono stati investiti, negli ultimi 10 anni, circa 600 milioni di Euro e questi investimenti ci hanno permesso di innovare e di creare valore per i nostri clienti. L'obiettivo è di anticipare le sfide odierne e future poste dai mercati in cui operiamo ed assicurare uno Sviluppo Sostenibile grazie all'innovazione, al know-how ed alle performance di lungo periodo», ha affermato Michele Gritti, direttore Business Line Industrial Merchant di Air Liquide Italia
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