A pochi giorni dal via libera in seconda lettura al Senato al Ddl che dovrebbe disciplinare in maniera più organica lo strumento del whistleblowing in Italia, la piattaforma CambioPulito (cambiopulito.it), che ne rappresenta il primo esempio che coinvolge un’intera filiera di aziende private presenta il 1° Report di attività. 122 segnalazioni registrate, quasi
una al giorno,
80 aziende segnalate, di cui
50con specifica documentazione e
14 operatori commerciali attivi principalmente online, oggetto di 34 segnalazioni, cui sono associate, con descrizioni e documentazioni precise e circostanziate, pratiche illegali di
evasione dell’IVAall’acquisto di pneumatici o
mancato versamento del contributo ambientaleper la gestione dei PFU. Elementi che hanno già consentito di inoltrare diverse delle segnalazioni raccolte al Comando Tutela Ambiente dell’Arma dei Carabinieri, per i necessari approfondimenti sulle diverse cause che portano alla generazione illegale di PFU.“I risultati raggiunti in questi primi cinque mesi di gestione della piattaforma CambioPulito dimostrano l’efficacia del sistema di whistleblowing condiviso da tutte le realtà che hanno deciso di costituire l’Osservatorio sui flussi illegali di Pneumatici e PFU, ha dichiarato
Enrico Fontana, coordinatore dell’Osservatorio; un’
assunzione di responsabilità, fatta su
base volontaria, che costituisce un
contributo prezioso in una situazione difficile, anche davanti ai ritardi di chi dovrebbe assicurare risposte istituzionali”.
Come detto, gran parte di tali flussi avvengono tramite
vendite online, prevalentemente da società e siti web registrati all’estero (soprattutto
Germania,
USA,
Belgio) che introducono pneumatici poi destinati alla vendita su tutto il territorio nazionale con una dinamica che poi si salda con successive
vendite in nero. Il circuito
B2B (business to business), cioè tra imprese e intermediari, è
responsabile della maggior parte di questi flussi: attraverso sistemi di
triangolazione tra produttori e intermediari esteri, alcuni operatori commerciali esteri sistematicamente evadono IVA e contributo e attuano una
concorrenza sleale verso le aziende in regola, rispetto alle quali sono in grado di proporre pneumatici con
prezzi inferiori di circa il 20%.La
geografia di tal dinamiche interessa un po’ tutta Italia: dal
Nord d’Italia e in particolare dal
Veneto, avviene l’ingresso di grandi quantità di pneumatici con evasione dell’Iva e del contributo ambientale; un territorio che funge da snodo logistico con una forte concentrazione nelle province di
Verona,
Treviso e
Vicenza. Oggetto di numerose segnalazioni anche le province di
Novara e
Torino in Piemonte,
Como,
Bergamo e
Cremona in Lombardia. Una volta entrate nel nostro territorio, le gomme trovano facili canali di commercializzazione soprattutto al
Sud, toccando numerose regioni: la
Campania (province di Napoli e Caserta le più colpite), la
Puglia (le aree industriali di Foggia e Bari e la provincia di Brindisi), la
Sicilia (nel catanese), la
Calabria (Cosenza e Catanzaro), la
Basilicata (zona industriale di Potenza).
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