Marea nera, peggior disastro di sempre degli Stati Uniti
Pubblicato il: 07/05/2010
Autore: Redazione GreenCity
Dopo il fallito tentativo denominato Top Kill, la Casa Bianca ammette che quello che sa succedendo nel Golfo del Messico, è il peggior disastro ambientale di sempre nella storia degli Stati Uniti.
AGGIORNAMENTO 2 - Lunedì 31 Maggio
Bp lavora a un nuovo piano di emergenza
British Petroleum ci riprova: dopo il fallimento dell'operazione "top kill", continuano gli sforzi per rispondere al disastro avvenuto nelle acque nei pressi del Golfo del Messico. Secondo quanto trapelato, gli ingegneri della società starebbero lavorando alla progettazione di un nuovo sistema per arrestare il propagarsi del petrolio. Il nuovo progetto potrebbe però richiedere parecchio tempo, anche alcune settimane: "Per il momento stiamo procedendo a un'operazione di contenimento. Siccome stiamo lavorando a 1500 metri con dei robot, abbiamo bisogno di tempo e di procedere con molta cautela. Entro la fine della settimana, dovremmo farcela" ha spiegato il Direttore generale della Bp Bob Dudley ai microfoni della Cnn. Il primo obbiettivo sarà però quello di arginare i danni, per evitare che si aggravi una situazione già tragica per le zone colpite. Ad agosto, dopo la fine della trivellazione di due pozzi alternativi, il pozzo sarà sigillato.
AGGIORNAMENTO - Lunedì 31 Maggio Peggior disastro di sempre degli Stati Uniti Dopo il fallito tentativo denominato Top Kill, la Casa Bianca ammette che quello che sa succedendo nel Golfo del Messico, è il peggior disastro ambientale di sempre nella storia degli Stati Uniti. Intanto il managing di BP e la stessa presidenza degli stati uniti fanno sapere che non è più questione di giorni, ma si comincia a parlare di qualche mese per riuscire a tappare "quel maledetto buco". AGGIORNAMENTO - Domencia 30 Maggio Come non detto, TOP KILL ha fallito La notizia tanto attesa non è arrivata,anzi! L'operazione denominata Top Kill, dopo tre giorni e 35 mila barili di fluidi iniettati ha fallito. Si trattava dell'ultimo tenativo, in ordine temporale da parte di BP di mettere fine alla fuoriuscita di greggio e di fermare la marea nera nel Golfo del Messico. "E' un fallimento che infuria e che spezza il cuore", ha detto il presidente Barack Obama dopo che in una conferenza stampa a Robert in Louisiana Doug Suttles, il Chief Operating Officer della multinazionale del petrolio, aveva annunciato il nuovo fiasco. La multinazionale petrolifera passerà ora a una nuova manovra e chiede ancora quattro giorni di tempo. L'intenzione è quello di posizionare un nuovo cappuccio denominato Lower Marine Riser Package, sopra la supervalvola e una volta collegato alla nave di appoggio in superficie BP spera di catturare il grosso del greggio e del gas che escono dal pozzo danneggiato 40 giorni fa.
AGGIORNAMENTO - Sabato 29 Maggio Il presidente degli Stati Uniti Barack Obama si è recato per la seconda volta sui luoghi del disastro ambientale e inginocchiandosi sulla spiaggia e si è sporcato le mani con il catrame. In quanto presidente degli Stati Uniti la responsabilità di quanto sta succedendo sul suolo americano "è mia" dice Barak Obama, ma aggiunge "che, la lotta sarà senza quartiere, e durerà fincheè necessario". Durante il discorso di 10 minuti dalla spiaggia della Lousiana, ha anche annunciato che verranno triplicati gli uomini per rispondere alla catastrofe ecologica. Obiettivo della visita: convincere gli americani che sta facendo il possibile e che la Casa Bianca non è intervenuta in ritardo. AGGIORNAMENTO 2 - Venerdì 28 Maggio Operazione Top Kill abbastanza bene Mentre BP, nella persona di Tony Hayward, fa' sapere che l'operazione Top Kill sta andando abbastanza bene, l'Unione Europea si sta organizzando per inviare attrezzature per il recupero del petrolio in mare. La UE si è attivata in seguito a una specifica richiesta di assistenza arrivata ieri dalla Guardia costiera statunitense. "Abbiamo sviluppato un'eccellente cooperazione in caso di emergenza - ha detto il commissario europeo per la Cooperazione internazionale, Kristalina Georgieva - e questa reazione positiva dall'Europa alla richiesta di attrezzatura dal Golfo del Messico testimonia una solidarietà internazionale di fronte ai disastri ecologici". AGGIORNAMENTO - Venerdì 28 Maggio E' già costata 750 milioni di Euro In attesa di sapere se l'operazione Top Kill è andata a buon fine, il gruppo Bp ha dichiarato che la marea nera provocata dall'affondamento della piattaforma petrolifera Deepwater Horizon nel golfo del Messico gli è già costata circa 930 milioni di dollari, oltre 750 milioni di euro. AGGIORNAMENTO 2 - Mercoledì 26 Maggio Il video dell'operazione Top Kill La Bp ha avviato questa sera alle 20 ore italiana, l'operazione denominata Top Kill per tentare di arginare la fuoriuscita di greggio nel Golfo del Messico e a "tappare" definitivamente il pozzo, ma per sapere se l'operazione andrà a buon fine ci vorranno molte ore. L'operazione Top Kill è suddivisa in due tempi. Prima, vengono immessi, da due canali laterali al pozzo, dei fanghi ad alta pressione per fermare il flusso di petrolio. Secondo, se tutto andrà come previsto, si sostituiscono i fanghi con cemento, per chiudere in maniera definitiva il pozzo, sigillandolo.
AGGIORNAMENTO Mercoledì 26 Maggio Tappate quel maledetto buco! Secondo quanto riporta l'Ansa sarebbe questa l'espressione che il presidente americano Barack Obama ha utilizzato, in privato, rivolgendosi a rappresentanti dell'amministrazione Usa, lamentandosi poi dello scarso successo dei continui tentativi della BP nell'arginare la fuoriuscita di petrolio dalla piattaforma petrolifera. Nei prossimi giorni il presidente farà la sua seconda vistia sui luoghi del disastro che continua ad abbattersi sulle coste Usa del Golfo del Messico. AGGIORNAMENTO Martedì 25 Maggio Una soluzione italiana a basso costo Si chiama Polysolver ed è prodotto dall'italianissima GTA, partecipata da Arcobaleno e dal CNR. Potrebbe essere questa la soluzione per assorbire il petrolio perso dalla piattaforma Deepwater Horizon nel Golfo del Messico. Il Polysolver si lega indissolubilmente con gli idrocarburi trasformandosi in una Pasta che, a differenza di altri prodotti, rimane a galla e può essere rimossa in modo sempice. Una volta recuperata può essere utilizzata così com'è come combustibile oppure opportunamente Strizzata rilascia l'idrocarburo per i normali usi. Oltre all'efficacia l'aspetto che desta interesse è sicuramente il prezzo inferiore di 1/3 rispetto ad altri solventi. "Il meccanismo di funzionamento è semplice - spiega Luigi Reale, responsabile dell'aera Marketing del gruppo Arcobaleno - il Polysolver, che può essere trasportato in buste chiuse, a differenza degli altri prodotti ha un'azione assorbente e non disperdente. Questi ultimi si legano al greggio da sopra e lo affondano, facendolo precipitare e inquinando i fondali. Il nostro prodotto, invece, aggredisce l'idrocarburo da sotto e gli si lega in maniera indissolubile, formando una pasta facilmente rimuovibile che rimane sulla superficie galleggiando e quindi facilmente recuperabile" Un campione è già stato chiesto per una fase di test nelle zone inquinate. AGGIORNAMENTO Lunedì 24 Maggio L'Iran ha l'esperienza per mettere fine al disastro Mentre BP annaspa con promesse che non riesce a manterere e che fanno infuriare gli USA, si fa' avanti l'Iran che spavaldamente afferma che rispetto a quelle avvenute nel loro paese, l'emergenza del Goldo del Messico è "poca cosa". A dirlo è il responsabile della società statale che opera nel campo delle trivellazioni, Mehran Alinejad, che all'agenzia Irna ha dichiarato che l'Iran ha avuto modo di affrontare fughe di petrolio ben peggiori. "In particolare - ha detto - negli Anni Ottanta, per arginare il petrolio che sgorgava da pozzi bombardati nel corso della guerra con l'Iraq". "I tecnici iraniani vantano ottimi risultati nelle operazioni condotte per contenere fughe di petrolio ben maggiori rispetto a quella del Golfo del Messico", ha detto. AGGIORNAMENTO Domenica 23 Maggio Erin Brockovich contro BP Mentre il presidente degli Stati Uniti Barak Obama ha nominato una commissione d'indagine per far luce su quanto accaduto nel Golfo del Messico, e ha promesso che ulteriori permessi per ricerche e perforazioni in mare aperto saranno rilasciate solo se ci saranno le massime garanzie per evitare che un altro disastro possa ripetersi, fior di avvocati si stanno organizzando per intraprendere azioni legali contro la BP. Fra questi anche Erin Brockovich la famosa "star" delle class action, resa celebre in tutto il mondo grazie all'omonimo film che ha valso il premio Oscar a Julia Roberts. AGGIORNAMENTO Venerdì 21 Maggio Hollywood si mobilita Alle richieste di aiuto lanciate da BP per far fronte al disastro ambientale ha risposto anche Kevin Costner, sì avete letto bene, che ha offerto ai vertici di BP una centriguga succhia-petrolio. L'attore premio oscar per il film Balla coi Lupi, ha finanziato a suon di milioni di dollari il progetto che vede coinvolti un pool di scienziati, tra cui il fratello dell'attore, da quando un disastro simile ha colpito le coste dell'Alaska nel 1989 riversando nelle acque oltre 38 milioni di litri di petrolio. Ocean Therapy, così è stata battezzata l'apparecchiatura di Costner, piazzata su una chiatta è in grado di risucchiare e centrigurare ad alta velocità vaste quantità di acqua inquinata, di separare il petrolio e restituire il 97 per cento di acqua pulita. L'attore ha avuto l'ok dal Chief Operating Officer della Bp Doug Suttles di mettere alla prova sei delle sue macchine questa settimana. Intanto un alro volto storico del cinema a stelle e strisce si è mobilitato. Robert Redford ha registrato uno spot e indirizzato una lettera al presidente Barak Obama "Siamo davanti a uno dei peggior disastri ecologici della storia. Signor presidente: è arrivato il momento di pensare a una energia pulita".
AGGIORNAMENTO Giovedì 20 Maggio Un disastro ambientale peggiore di Chernobyl Secondo Nicholas A. Robinson, co-direttore del Centro per gli studi giuridici ambientali Pace Law School di New York, "lo sversamento sottomarino nel Golfo del Messico è un disastro ambientale peggiore di quello causato dall'esplosione di un reattore nucleare a Chernobyl nel 1986". Questa la dichiarazione rilasciata da Nicholas A. Robinson intervenendo alla Conferenza internazionale Icef sulla governance globale per l'ambiente, che ha poi aggiunto "E' un vero assalto alla vita sottomarina che ne' la Bp, ne' nessun altro sa come fermare. Finora è stato catturato solo il 10% del flusso del petrolio con misure palliative e la corrente sta portando la chiazza sulla costa atlantica degli Stati Uniti". AGGIORNAMENTO Mercoledì 19 Maggio L'andamento della fuoriuscita del petrolio dalla piattaforma affondata nel Golfo del Messico, sembrerebbe confermare le analisi della NOAA. "La vicinanza della parte sud est della macchia alla corrente indica che la probabilità che il petrolio venga agganciato sta crescendo - ha spiegato Jane Lubchenco esperta del NOAA - in questo caso la marea raggiungerà lo stretto della Florida entro 8-10 giorni". La marea sarebbe quindi a poche decine di chilometri dalla corrente, che va poi ad agganciarsi alla corrente del Golfo, anche se la parte sud è molto più vicina. Il Noaa posizionerà oggi dei sensori nell'area per monitorare più da vicino la situazione. AGGIORNAMENTO Lunedì 17 Maggio Secondo quanto previsto dall'Agenzia NOAA (National Oceanic and Atmospheric Administration) una parte della marea nera, che continua a fuoriuscire dalla piattaforma nel Golfo del Messico, potrebbe riversarsi al di fuori del Golfo. Le analisi dell'agenzia, ottenute studiando le dimensioni della macchia e le prevsioni meteo e delle correnti, fanno pensare che una parte della marea nera si stia spostando verso Sud, e in questo modo verrà agganciata dalla Loop Current, la corrente che parte da Cuba, per riunirsi alla Corrente del Golfo passando dalle Florida Keys. "Fino a questo momento i venti hanno spinto la macchia prevalentemente verso ovest e verso le coste - si legge nel comunicato che accompagna la mappa con la previsione - ma la parte più a sud nei prossimi giorni potrebbe spostarsi verso sudovest, proprio verso la Loop Current''. Per quanto riguarda invece la parte nord della marea, l'agenzia americana prevede un lento avvicinamento al Delta del Mississipi, con le isole Chandeleurs sempre più colpite dal petrolio. AGGIORNAMENTO Sabato 15 Maggio Le bugie si riferiscono alla quantità di greggio che sta fuoriuscendo dalla falla. BP aveva informato, in un primo momento, che la quantità era stimata in 1.000 barili, per poi dichiararne 5.000. Da quanto riporta il New York Times alcuni esperti hanno dichiarato che la il problema è sottostimato di 4 o 5 volte, mentre secondo quanto riporta il Guardian, le perdite ammontano addirittura tra i 56.000 e gli 84.000 barili di petrolio, 12 volte è più di quanto dichiarato ufficialmente fino ad oggi. Intanto BP sta cercando di guidare in profondità dei Robot per inserire un tubo con una guaina di gomma nella conduttura rotta. "Questa operazione è al momento in corso e speriamo di iniziare le operazioni nella notte" ha dichiarato ieri sera alla Reuters l'amministratore delegato di BP Doug Suttles.
AGGIORNAMENTO Venerdì 14 Maggio Dopo il fallimento della prima cupola BP sta cercando di posizionarne una più piccola e conta di riuscirci (noi a questo punto aggiungiamo un SPERA) entro la giornata di oggi. Intanto si diffondono le notizie che BP sapesse che la piattaforma non era del tutto in regola e che un test effettuato sulla valvola di sicurezza appena due ore prima del disastro, è risultato negativo. La BP, che gestisce la piattaforma a largo delle coste della Louisiana, ha intanto dichiarato in una nota che la fuoriuscita di petrolio nel Golfo del Messico le è costata ad oggi 450 milioni di dollari, circa 100 milioni di dollari in più rispetto alle stime presentate all'inizio della settimana. Non saranno certo i 100 milioni in più il problema vero, visto che alcune analisti stimano che i costi della bonifica dell'area potrebbero essere nell'ordine di miliardi di dollari. Il problema più grosso però rimane, ovvero la fuoriuscita di petrolio al ritmo di 5.000 barili al giorno infatti non si è placata, e la cosa "buffa" è che la BP "SPERA" di riuscire a metterci il tappo. AGGIORNAMENTO Domenica 9 Maggio Il primo tentativo è andato a vuoto mentre il petrolio continua a fuoriuscire. BP si prende due giorni di tempo per trovare una nuova soluzione.
Continua la lotta contro la marea nera che sta mettendo a dura prova le attività costiere e marittime di quattro stati che si affacciano sul Golfo del Messico.Giunta ieri da Port Fourchon, la cupola icontenitiva è stata calata in mare ed è giunta, secondo quanto riporta Reuters, a 61 metri dai fondali del Golfo del Messico. Secondo quanto riportato da un dirigente della compagnia petrolifera, per posizionare la grande cupola contenitiva si stima ci vorrà circa una settimana, dopodichè si potrà cominciare ad incanalare in superficie il petrolio che fuoriesce da una falla. Si "spera" in questo modo di aspirare il petrolio che continua a fuoriuscire ininterrottamente da più di una settimana.
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