Un settore maturo e stabile, che ha retto il terremoto provocato dall’arrivo della pandemia. Sono le prime conclusioni che si possono trarre dai dati forniti da ASSOCERTBIO, l’Associazione degli organismi di certificazione del biologico che raggruppa nove dei principali enti presenti in Italia.
I numeri del comparto biologico presenti all’interno dal primo Osservatorio Dati di ASSOCERTBIO sono stati illustrati dal presidente Riccardo Cozzo durante il webinar dal titolo “Il bio in Italia nell'era Covid: superfici, operatori e aziende (e un focus sulla filiera olivicola)” organizzato da B/Open, la nuova iniziativa di Veronafiere dedicata al food biologico certificato e al natural self-care che si svolgerà il 23 e 24 novembre.
“Nonostante il difficile periodo che tutto il paese, a partire dal comparto agricolo, ha dovuto affrontare a causa del lungo lockdown dovuto all’emergenza sanitaria causata dalla pandemia da Covid-19, possiamo affermare come il comparto del biologico italiano si confermi un sistema compatto, dotato della forza necessaria per affrontare momenti di crisi eccezionali come quello che stiamo vivendo” commenta il presidente Riccardo Cozzo.
I dati dell’Osservatorio, che in questa prima uscita hanno fornito in anteprima le prime proiezioni sul settore relative al 2019 e le stime dei primi 5 mesi del 2020, avrà una cadenza trimestrale e rappresenta uno strumento utile per tutto il settore del biologico. I 9 enti che fanno parte di ASSOCERTBIO, infatti, certificano il 95% degli operatori del biologico italiano. “Attraverso il monitoraggio continuo dell’andamento del settore, con un focus sui dati strutturali relativi a superfici e numero di operatori, il nostro Osservatorio Dati sarà di supporto all’attività di programmazione e sviluppo delle imprese e alla verifica degli impatti delle politiche e degli interventi nel settore del biologico”.
Nel 2019 il numero di operatori certificati – che tiene in considerazione produttori, preparatori e importatori – si mantiene stabile (con una percentuale di crescita che oscilla da +1,34% a +1,5%) arrivando, secondo le stime di ASSOCERTBIO, a 80.105 unità, contro i 79.046 del 2018. “Sembra confermata una continua crescita, seppure più rallentata, un po’ come era avvenuto anche nel 2018 – afferma Cozzo - A nostro avviso è importante in questo senso lavorare per una sburocratizzazione del settore, che gli permetta di riprendere slancio”.
Per quanto riguarda
le superfici bio, analizzando i primi 5 mesi del 2020 si osserva una sostanziale tenuta con circa 10.000 ettari certificati in più (+0,57%), che potrebbero essere confermati anche delle proiezioni di fine anno.
Calabria, Sicilia e Puglia si confermano anche nei primi mesi del 2020 le regioni dove è presente il maggior numero di operatori biologici, anche se con caratteristiche differenti in merito alla SAU biologica; per quanto riguarda le aziende con meno di 15 ettari, infatti, alla Calabria spetterebbe il primato, anche se il dato è stabile rispetto al 2019, mentre sembrerebbe in deciso aumento in Sicilia. Spicca, invece, la Puglia, per quanto riguarda le aziende più grandi, quelle con più di 50 ettari di superficie biologica, con dati tendenziali in aumento anche nel 2020.
“Si può affermare, in conclusione, che il settore del biologico tiene, nonostante la crisi legata alla pandemia da Covid-19: si è assistito ad una sostanziale tenuta da parte del comparto”
conclude il presidente Cozzo. “Considerando l’ulteriore ripresa delle attività a partire dal mese di giugno, si possono nutrire aspettative di una leggera crescita del numero di operatori certificati nel corso della seconda parte del 2020”.
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