Goletta Verde: dal 2017 al 2019, 111 rifiuti galleggianti per ogni km di mare
Pubblicato il: 13/08/2020
Autore: Redazione GreenCity
Ecco i dati finali di Goletta Verde e Goletta dei laghi. La mala depurazione resta il principale nemico del mare e delle acque interne: 1 punto ogni 3 è risultato oltre i limiti di legge sulle coste e 1 su 4 sui laghi. Tra le zone campionate da Legambiente e non balneabili per le autorità competenti, manca il cartello di divieto di balneazione nel 70% dei casi.
Bilancio critico per le due Golette di Legambiente, Goletta Verde e Goletta dei laghi, che quest’estate hanno monitorato per più di un mese mesi lo stato di salute del mare e dei laghi italiani. A parlar chiaro sono i dati raccolti dall’associazione ambientalista: 361 i punti totali campionati in 18 regioni e 28 laghi italiani con 1 punto ogni 3 risultato oltre i limiti di legge lungo le coste e 1 su 4 nei laghi. La mala depurazione che resta il principale nemico del mare e delle acque interne. Le criticità maggiori sono state prevalentemente riscontrate sul versante costiero tirrenico, a ridosso delle foci di fiumi, rii e canali che, sfociando in mare, portano con sé cariche batteriche a volte molto elevate. Con una situazione preoccupante confermata sia in diverse regioni del sud come la Campania, Calabria e Sicilia, dove persistono le criticità diffuse legate all’assenza di impianti di depurazione e di allacciamento alla rete fognaria, sia nel Centro Italia, in particolare nel Lazio. La nota positiva la carica degli oltre 300 volontarie volontarie dei circoli territoriali di Legambiente che quest’estate hanno aiutato il team di tecnici dell’associazione ambientalista nelle attività di campionamento e monitoraggio nelle acque e nello scovare e denunciare le criticità che minacciano le acque interne e costiere.
Il dettaglio delle analisi di Goletta Verde
Dei 259 campioni prelevati lungo le coste italiane dai volontari e dalle volontarie dei circoli territoriali di Legambiente, il 47% di questi (121 punti su 259) ha riguardato le foci di fiumi e canali. Giudicati inquinati 26 punti e fortemente inquinati ben 63 punti dei 259 complessivi, ovvero il 34% del totale. 1 punto inquinato ogni 84 km di costa. Delle 121 foci campionate, il 54% (65 su 121) è risultato oltre i limiti di legge. A dimostrazione di come le foci dei corsi d’acqua siano i principali veicoli che portano inquinamento a mare dovuto alle note criticità depurative del nostro Paese. Problema che spesso arriva anche dall’entroterra ma danneggia soprattutto le località costiere.Eppure sono molte le aree lungo la costa che non vengono controllate dalle autorità, abbandonando a loro stessi i tratti di costa antistanti le foci dove viene dato per scontato che l’inquinamento sia presente.
Dei 259 campioni eseguiti da Goletta verde ben 121 hanno riguardato aree non controllate dalle autorità competenti – secondo le indicazioni riportate dal Portale Acque del Ministero della Salute – e che nel 49% dei casi sono risultate oltre i limiti di legge. Non si tratta solo di foci di corsi d’acqua ma anche di spiagge a ridosso delle foci. Dei 121 punti non campionati dalle autorità preposte, ben13 dei 34 punti a mare analizzati da Goletta verde sono risultati oltre i limiti di legge. Un maggior controllo nelle aree più a rischio non è più rinviabile al fine di garantire la salute dei bagnanti.Non migliora, inoltre, la situazione per quanto riguarda l’informazione ai bagnanti sulle potenziali criticità presenti lungo la costa, altro adempimento legislativo che non viene rispettato nella stragrande maggioranza dei casi. Nei tratti di costa non controllati dalle autorità competenti (Comuni, Regioni, Arpa e Asl) e quindi non balneabili in cui i tecnici di Goletta verde hanno eseguito i prelievi, nel 70% dei casi era assente il divieto di balneazione. Scarsa attenzione da parte delle amministrazioni comunali anche sul posizionamento della cartellonistica informativa sulla qualità delle acque, un obbligo di legge ormai da diversi anni. Nei tratti di costa definiti balneabili dalle autorità e in cui sono stati eseguiti dei prelievi da parte dei tecnici di Goletta verde, nell’80% dei casi il cartello era assente.
Il dettaglio delle analisi di Goletta dei Laghi
Quest’anno sono 28 i bacini lacustri monitorati da Goletta dei Laghi in 11 regioni italiane, superando i così 19 specchi lacustri dello scorso anno. I laghi al centro dell’edizione 2020 sono stati: in Piemonte i laghi d’Orta, Viverone, Avigliana e Maggiore, nella sua sponda piemontese; in Lombardia la sponda corrispondente del Maggiore, il Ceresio, il lago di Como, d’Iseo e la sponda occidentale del Garda; in Veneto, l’altra metà del Garda (la cui parte più settentrionale ricade nella PA di Trento) e il lago Santa Croce. Nel centro Italia in Umbria sono stati campionati Trasimeno e Piediluco, nel Lazio i laghi di Bolsena, Bracciano, Vico, Canterno, Albano, Fondi, Sabaudia e Fogliano. In Campania i laghi Patria e Matese, in Molise il lago di Occhito, in Puglia il lago di Varano, in Calabria i laghi Arvo e Cecita e in Sicilia i laghi Soprano, Pergusa e Prizzi.
Su 102 prelievi per le analisi microbiologiche sono stati giudicati oltre i limiti di legge il 28% dei prelievi (8 inquinati e 20 fortemente inquinati). In totale sono 53 i campioni prelevati in foce, 49 quelli prelevati a lago. Dei campioni giudicati oltre i limiti, l’82% è stato prelevato in foce a canali, fiumi o torrenti. Dei 102 punti oggetto di analisi, 37 corrispondono a porzioni di laghi definiti balneabili dalle autorità competenti; 8 di questi sono risultati con cariche batteriche oltre i limiti di legge (di questi 3 giudicati Inquinati e 5 sono fortemente Inquinati).
La lotta al marine litter e i dati sui rifiuti galleggianti
Negli ultimi 3 anni di ricerche in mare (dal 2017 al 2019) su 1756 km monitorati, Goletta Verde ha contato 111 rifiuti per ogni km di mare e almeno 1 rifiuto su 3 è usa e getta di plastica, per lo più imballaggi, buste, cassette di polistirolo e bottiglie. La situazione non migliora sulle spiagge: durante le tappe di Goletta Verde e Goletta dei Laghi, i volontari di Legambiente quest’estate hanno organizzato iniziative di pulizia dopo mesi di stop delle attività, continuando anche il monitoraggio dei rifiuti sulle spiagge. A destare più preoccupazione è la plastica che costituisce l’83% di rifiuti trovati e, in particolare, l’usa e getta: sulle spiagge italiane almeno il 42% dei rifiuti trovati è plastica monouso, se ne trovano 3 per ogni metro di sabbia.
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