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Cambiamenti climatici: italiani credono più nei cambiamenti di comportamento che nell'innovazione tecnologica

Pubblicato il: 12/03/2021
Autore: Redazione GreenCity
Per il 41% degli italiani il modo migliore per contrastare i cambiamenti climatici è intervenire modificando radicalmente le abitudini individuali (nei consumi, trasporti ecc.), mentre per il 25% sono le innovazioni tecnologiche a essere determinanti su questo fronte.
Per il 41% dei cittadini italiani modificare profondamente i comportamenti individuali è determinante nella lotta ai cambiamenti climatici. L'impatto più significativo per il 25% dei cittadini è dato dalle tecnologie, mentre per il 22% dagli investimenti pubblici e privati in progetti rispettosi del clima, e per il 12% dalla regolamentazione pubblica. L'83% degli italiani in ogni caso pone l'accento sul fatto che le azioni in campo climatico devono tener conto dei divari di reddito e delle disuguaglianze sociali. 
I pareri degli europei sono difformi riguardo alle azioni di contrasto alla crisi climatica: mentre i cittadini in Portogallo (51%), Slovacchia (44%), Lussemburgo (43%) e Germania (42%) ritengono che la via maestra sia perseguire cambiamenti radicali di comportamento, per i cittadini dei paesi nordici conta di più l'innovazione tecnologica (40% in Svezia, 38% in Finlandia e 36% in Danimarca). 
Questi sono alcuni dei risultati della terza pubblicazione dell'Indagine della BEI sul clima 2020-2021 diffusa dalla Banca europea per gli investimenti (BEI), braccio finanziario dell'Unione europea e uno dei maggiori finanziatori multilaterali mondiali di progetti in campo climatico. 

Nessun consenso sul perché occorre diminuire il consumo di combustibili fossili
Quando si chiede agli intervistati italiani perché l'Italia dovrebbe ridurre la dipendenza dai combustibili fossili (ad esempio dal petrolio, gas naturale, carbone), il 45% afferma che il motivo principale è dovuto al fatto che le riserve mondiali sono in via di esaurimento oppure che ciò li renderebbe più indipendenti dalle risorse di altri paesi. Per il 29%, invece, la ragione principale va vista nella necessità di ridurre l'inquinamento, soprattutto nelle città. Il 23% afferma che il vantaggio principale derivante da un minor uso di combustibili fossili sta nel contributo che ciò può dare alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici. 

Trasporti: diminuire l'inquinamento causato dai mezzi privati e migliorare i trasporti pubblici
Gli italiani ritengono che le modifiche nel settore dei trasporti debbano essere prioritarie nella lotta ai cambiamenti climatici (43%), e attribuiscono a questo settore maggiore rilevanza rispetto ad altri cittadini europei (38%).  
Quasi la metà degli italiani si dichiara favorevole al maggior potenziamento dei trasporti pubblici (47%) e il 49% vede di buon grado le auto elettriche sovvenzionate. Per quanto riguarda i trasporti in ambito urbano, occorrerebbe puntare in primis su interventi quali l'imposizione di forti tasse sui veicoli altamente inquinanti (34%) e il divieto di circolazione dei mezzi altamente inquinanti nei centri città (37%).  
Infine, per contribuire alla soluzione del problema dei cambiamenti climatici, gli italiani sono disposti a ridurre gli spostamenti quotidiani casa-lavoro, e per il 38% degli intervistati occorre spingere in via prioritaria a un ampliamento delle opportunità di telelavoro.

Consumi: richiedere di vietare l'uso di prodotti altamente inquinanti
Oltre la metà degli intervistati italiani (54%) è favorevole all'attuazione di migliori sistemi di riciclo. Il 52% approverebbe il divieto di prodotti e servizi che causano la maggior parte dei gas a effetto serra, una percentuale superiore alla media europea (44%).  Va rilevato d'altro canto che, rispetto ad altri paesi europei, in Italia si registra un minor interesse a cessare la fabbricazione di prodotti non sostenibili o non riparabili (35%, rispetto al 48% in Europa).

Comparazione dei risultati a livello mondiale: le differenze tra le percezioni europee, statunitensi e cinesi
I cittadini di tutto il mondo sono divisi sulle scelte prioritarie da compiere per contenere il fenomeno dei cambiamenti climatici. In Cina e negli Stati Uniti gli intervistati credono soprattutto nell'aiuto dato dall'innovazione tecnologica (35% degli intervistati cinesi e 34% degli statunitensi), scelta prioritaria rispetto a quella riguardante il cambiamento dei comportamenti individuali (a cui crede il 32% dei cinesi e il 31% degli statunitensi). In Europa, il 39% degli europei ritiene che un cambiamento radicale delle abitudini individuali (nei consumi, trasporti, ecc.) sia il modo più efficace per combattere i cambiamenti climatici, mentre il 29% è più fiducioso nell'innovazione tecnologica. 

Ambroise Fayolle, Vicepresidente della BEI, ha dichiarato: «I cittadini di tutta Europa ci stanno inviando un messaggio incoraggiante. Credono fermamente nel potere del comportamento dei singoli individui per far fronte alla crisi climatica. Allo stesso tempo una forte maggioranza di europei ritiene che l'azione per il clima debba tenere conto delle disuguaglianze sociali per riuscire a superare questa sfida – e che nessuno dovrebbe essere lasciato indietro nella transizione verde. Questo è fondamentale. Nel cammino verso la completa trasformazione della BEI in quanto banca dell'UE per il clima, è nostro compito aiutare i cittadini a mobilitarsi in tale ambito, finanziando servizi di mobilità sostenibile o soluzioni per l'economia circolare. L'Indagine della BEI sul clima indica inoltre che le persone credono nell'innovazione tecnologica come strumento per combattere i cambiamenti climatici. Alla BEI sosteniamo la transizione verde da molti anni, ma molto resta ancora da fare. Dobbiamo potenziare e accelerare drasticamente la nostra azione ed esplorare soluzioni diverse, innovative e radicalmente nuove per aiutare le persone a evolvere verso un futuro più sostenibile. Con la nostra nuova Tabella di marcia della Banca per il clima ci impegniamo a fare proprio questo, a sostegno del Green Deal europeo.» 

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Categorie: Ambiente

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