Aqua Italia (federata Anima - Confindustria) dal 2006 commissiona biennalmente un’
indagine statistica per conoscere l’evoluzione di comportamenti e atteggiamenti della popolazione italiana nei confronti dell’
acqua potabile da bere. Quest’anno è stata commissionata un’
edizione straordinaria con l’obiettivo di
verificare eventuali modifiche nel consumo di acqua del rubinetto legate al Covid 19.
L’indagine, realizzata da
Open Mind Research su un campione di 2.000 individui maggiorenni e rappresentativi della popolazione italiana, si è occupata di verificare le dimensioni e il profilo sociodemografico di
quanti negli ultimi 12 mesi hanno bevuto acqua del rubinetto trattata e non,
a casa propria o fuori casa, e la frequenza di consumo, al fine di segmentare tra consumatori abituali e occasionali. Inoltre, ha analizzato
le ragioni per cui gli individui bevono o che potrebbero convincere a bere l’acqua del rubinetto, compresa quella
trattata negli esercizi commerciali,
l’utilizzo di sistemi di affinaggio in famiglia e la relativa manutenzione periodica.
Si è indagato anche sull’approccio e la conoscenza dei
chioschi/casette dell’acqua sul territorio e su come ci si procura l’
acqua da bere quando si è
fuori casa, la preoccupazione per la presenza di sostanze contaminanti (farmaci, sostanze chimiche, ecc.) e la relazione tra la pandemia da Covid 19 e il consumo di acqua del rubinetto. Il quadro socioeconomico attuale e la pandemia hanno sensibilmente modificando le abitudini e i consumi degli italiani: l’
82,7% della popolazione italiana
ha bevuto acqua del rubinetto (trattata e non)
negli ultimi 12 mesi, con un tasso di crescita sul 2020 di oltre il 5%. Circa la metà della popolazione maggiorenne italiana (47,3%) dichiara di bere sempre/quasi sempre l’acqua potabile del rubinetto in casa/fuori casa e si è evidenziato che nel corso del 2020 sono
aumentati in modo significativo
(+6,5%) i
consumatori occasionali di acqua del rubinetto (35,4%).
Nel
periodo di pandemia il
13,5% degli intervistati dichiara che
ha iniziato a bere più spesso l’acqua del rubinetto. Nel dettaglio, si conferma la maggiore presenza di chi beve l’acqua del rubinetto
sempre/quasi sempre tra i residenti nelle aree
Nord Ovest (49,4%) e
Nord Est (57,1%), mentre si rileva una minore incidenza tra coloro che vivono nel
Sud+Sicilia (40,9%), dove risulta più alta della media la percentuale di coloro che bevono acqua del rubinetto
più raramente o mai (29,5% verso una media nazionale del 25,2%).
I
motivi principali per i quali gli intervistati hanno dichiarato di
bere l’acqua del rubinetto (trattata o non trattata) afferiscono principalmente all’
“attenzione per l’ambiente” (27%), cioè evitare di trasportare e smaltire bottiglie di plastica, dato significativamente più rilevante rispetto agli anni precedenti (era il 12,3% nel 2018), alla
“comodità nel disporne” (25,1%), alla consapevolezza che “
l’acquedotto comunale fa maggiori controlli sull’acqua rispetto ai produttori dell’acqua in bottiglia”
(23,4%), al
“minor costo rispetto all’acqua in bottiglia” (21,3%) e
“la bevo perché è buona” (20,2%). Il
32,6% delle famiglie italiane dichiara di avere in casa
almeno un sistema di affinaggio dell’acqua, tra questi sistemi, circa un terzo è rappresentato da
caraffe filtranti (13,3%), a seguire i
sistemi per l’eliminazione del cloro/altre sostanze (9,8%) e quelli che consentono anche
la refrigerazione e gasatura dell’acqua (4,1%). Si rileva la presenza di
almeno un apparecchio soprattutto nelle
famiglie più numerose (46,2% nelle famiglie con 3 componenti, 42,4% nelle famiglie con 4 componenti, 46,6% nelle famiglie con 5 componenti e oltre) e nelle
famiglie con il capofamiglia giovane (51,3% nelle famiglie con il capofamiglia con età fino a 34 anni).
Tra tutti coloro che hanno un apparecchio di affinaggio dell’acqua, oltre un terzo (38,3%) ha sottoscritto un abbonamento perla
manutenzione periodica. Oltre il
58% degli intervistati
ritiene utile un
incentivo statale per consentire l’
acquisto di un sistema domestico per il trattamento dell’acqua del rubinetto, percentuale che cresce tra coloro che già possiedono almeno un apparecchio (68,4%).
Inoltre, si è indagato su quanto gli italiani siano propensi a
bere acqua trattata del rubinetto fuori casa (alberghi, bar, ristoranti): il
22% degli intervistati la beve già e il 60,6% la berrebbe se gliela offrissero. In generale tra coloro che hanno già un’abitudine al consumo di acqua potabile si riscontra una maggiore consuetudine al consumo di acqua trattata negli esercizi commerciali, il 31,9% dichiara di “berla già” e il 60,2% dichiara che la berrebbe se venisse offerta.
Per l’
approvvigionamento dell’
acqua da bere fuori casa, il
62,6% opta per
l’acquisto di acqua in bottiglia (45,6% da bar/negozi e 17% da distributori automatici a pagamento) e il
48,9% porta l’acqua da casa. Nel corso del
periodo pandemico oltre il
50% degli intervistati dichiara di
non avere cambiato le abitudini di
consumo dell’acqua trattata al ristorante o al bar:
23,9% continua a bere acqua trattata, se proposta e il
30,5% preferisce
continuare a bere l’acqua in bottiglia. Si osserva che circa il
29% degli intervistati dichiara di
non essersi recato presso un bar/ristorante durante il 2020.
Se questo articolo ti è piaciuto e vuoi rimanere sempre informato con le notizie di GreenCity.it iscriviti alla nostra Newsletter gratuita.
Notizie che potrebbero interessarti:
Auguri di un Natale verde e sereno!
Inventato il 'ghostbuster' delle nanoplastiche:...
I consigli del WWF Italia per un Natale...
Copernicus: nel 2024 il buco dell'ozono...
Copernicus: le Americhe hanno registrato...
Cnr-Isp & Università Ca' Foscari Venezia:...