Salgono alla cifra record di
4,3 miliardi di euro i consumi domestici di alimenti biologici grazie alla svolta green e salutista degli italiani con l’emergenza Covid che ha determinato un aumento degli acquisti del 7% nel 2020 rispetto all’anno precedente. Lo rende noto la
Coldiretti in occasione del compleanno del biologico a 30 anni con il “Regolamento relativo al metodo di produzione biologico dei prodotti agricoli e all’indicazione di tale metodo sui prodotti agricoli e sulle derrate alimentari- (Cee) N. 2092/91” adottato dal Consiglio delle Comunita’ europee Il 24 giugno 1991.
“In un Paese come l’Italia che è leader in Europa nel numero di imprese impegnate nel biologico occorre approvare subito la legge nazionale, senza cambiamenti strumentali sul biodinamico finalizzati solo a bloccare il definitivo via libera” afferma la Coldiretti nel sottolineare che “il testo prevede anche l’introduzione di un marchio per il bio italiano per contrassegnare
come 100% Made in Italy solo i prodotti biologici ottenuti da materia prima nazionale.
Il provvedimento, sostiene tra l’altro – spiega Coldiretti – anche l’impiego di piattaforme digitali per garantire una piena informazione circa la provenienza, la qualità e la tracciabilità dei prodotti con una delega al Governo per rivedere la normativa sui controlli e garantire l’autonomia degli enti di certificazione. A preoccupare è infatti l’invasione di prodotti biologici da Paesi extracomunitari,
con 2,8 milioni di tonnellate di prodotto bio arrivate nell’Unione Europea nel 2020 con incrementi che vanno dal +33% per il riso al 40% per olio di oliva, dal 40% per i limoni al 51% per le arance.
Una situazione che – conclude la Coldiretti – rende chiara l’urgenza di dare la possibilità di distinguere sullo scaffale i veri prodotti biologici Made in Italy ma anche rafforzare i controlli sui cibi bio importati che non rispettano gli stessi standard di sicurezza di quelli Europei, fornendo una spinta al raggiungimento degli obiettivi della strategia Farm to Fork del New Green Deal che punta ad avere in futuro almeno
1 campo su 4 (25%) coltivato a bio in Italia.
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