Copernicus: incendi estremi in Europa e in America meridionale e settentrionale nel 2022
Pubblicato il: 15/12/2022
Autore: Redazione GreenCity
Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus sta monitorando le emissioni causate da incendi a livello globale per tutto il 2022: ha rilevato un aumento significativo in alcune regioni, mentre globalmente si registra un calo.
Il Servizio di Monitoraggio dell’Atmosfera di Copernicus stima che nel 2022 (fino al 10 dicembre) siano state prodotte a livello globale circa 1455 megatonnellate di emissioni di carbonio a causa di incendi, boschivi e della vegetazione. Questo dato rientra nel calo costante delle emissioni totali globali legato alla diminuzione degli incendi nella savana tropicale. Tuttavia, gli scienziati di CAMS hanno monitorato anche diverse altre regioni del mondo, in particolare aree dell’Europa e dell’America meridionale, che sono state interessate da emissioni sostanzialmente elevate nel corso della stagione di picco degli incendi. A tal proposito, Mark Parrington, Scienziato Senior di CAMS, ha commentato: “Il nostro monitoraggio degli incendi, boschivi e della vegetazione, in generale evidenzia che, su scala globale, le emissioni continuano a diminuire in relazione ai cambiamenti di uso del suolo e al calo degli incendi nella savana tropicale. Ciononostante, CAMS continua a identificare e monitorare anche un aumento significativo delle emissioni causate da incendi in diverse altre aree del mondo, dove condizioni più calde e secche portano a una maggiore infiammabilità della vegetazione”.
Le emissioni totali per incendi dell’Unione Europea e del Regno Unito tra il 1° giugno e il 31 agosto 2022 sono state le più elevate per questi mesi dall’estate del 2007. L’aumento della durata e dell’intensità delle ondate di calore durante l’estate, combinate con condizioni di siccità prolungate del continente europeo nel 2022, sono alcuni dei fattori che vi hanno maggiormente contribuito. L’aumento delle emissioni causate da incendi in Europa ha suscitato particolare preoccupazione in alcune aree della Francia, della Spagna e del Portogallo, dove le emissioni totali per lo stesso periodo sono state le più alte degli ultimi 20 anni, causando un degrado della qualità dell’aria locale.
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