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PFAS: associazioni presentano in Parlamento richiesta di una legge che vieti l’uso e la produzione

Pubblicato il: 25/05/2023
Autore: Redazione GreenCity
In Europa, Stati come i Paesi Bassi, la Danimarca, la Germania, la Svezia e la Norvegia hanno presentato una proposta per la messa al bando dei PFAS.
Per arginare la grave contaminazione da PFAS (composti poli e perfluoroalchilici) – sostanze chimiche artificiali, altamente persistenti e associate a numerosi problemi per la salute, tra cui alcune forme tumorali – è necessaria una legge nazionale che ne vieti l’uso e la produzione. È questa la richiesta di alcune delle associazioni e comitati italiani che, insieme a oltre 120 organizzazioni europee, hanno sottoscritto il “BAN PFAS Manifesto”: CGIL Vicenza, Greenpeace Italia, ISDE Italia, Italia Nostra Veneto, Mamme No Pfas, Medicina Democratica, PFAS.land, Transform! Italia. Le associazioni, che hanno presentato la proposta oggi in conferenza stampa alla Camera dei deputati, ritengono che il rischio PFAS sia inaccettabile per il presente e per il futuro. Pertanto, un intervento politico non è più rinviabile. 
Quello della contaminazione da PFAS, i cosiddetti inquinanti eterni, è un problema ambientale e sanitario tuttora irrisolto, su cui non è mai stata varata alcuna legislazione nazionale che preveda provvedimenti efficaci a difesa di ambiente e salute. Queste molecole indistruttibili hanno invaso ogni angolo del globo: oltre alle acque, ai terreni, agli alimenti e all’aria, la contaminazione non risparmia le persone, minacciando non solo di chi vive nelle aree più contaminate ma anche chi risiede in zone lontane dalle fonti inquinanti. In un quadro di contaminazione nazionale e planetario che si aggrava costantemente, è necessario avviare con urgenza un iter legislativo nazionale che affronti seriamente il problema, vietando la produzione e all’uso di tutti i PFAS in Italia. 
In Europa, Stati come i Paesi Bassi, la Danimarca, la Germania, la Svezia e la Norvegia hanno presentato una proposta per la messa al bando dei PFAS. L’Italia rimane in silenzio nonostante si moltiplichino a livello globale le iniziative legislative. La Danimarca, oltre ad aver varato alcuni dei provvedimenti più restrittivi al mondo sulla presenza di PFAS nell’acqua potabile, ha introdotto alcuni divieti sull’uso negli imballaggi alimentari in carta. Riguardo l’acqua potabile, negli Stati Uniti l’Agenzia americana per la protezione dell’ambiente (EPA) ha recentemente proposto un valore limite molto più restrittivo, pari a 4 nanogrammi per litro, sia per il PFOA che per il PFOS, due delle molecole appartenenti all’ampio gruppo dei PFAS e note per la loro pericolosità per la salute. 
L'irreversibilità della contaminazione globale da PFAS ha già creato un'eredità tossica il cui peso si farà sentire anche sulle future generazioni. Secondo le stime del Nordic Council of Minister, i costi sanitari dell'inazione politica per tutti i Paesi europei si aggirano tra 52 e 84 miliardi di euro all’anno. In Veneto si registrano alcune delle situazioni più critiche nel continente europeo: nell’area tra le Provincie di Vicenza, Verona e Padova, in Piemonte, nell’alessandrino, e in numerose zone del Paese limitrofe ad aree industriali. Le associazioni intervenute oggi, grazie alla collaborazione di Claudia Marcolungo, docente universitaria di diritto ambientale, hanno presentato il documento “I sette capisaldi di una legge nazionale che vieti l’uso e la produzione di PFAS” fornendo al parlamento gli elementi chiave che una legge nazionale dovrebbe tenere in considerazione.

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Categorie: Ambiente

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